Dimissioni di Lombardo: una sceneggiata?

Le dichiarazioni rilasciate dal parlamentare regionale del Pd, Giovanni Barbagallo al quotidiano LiveSicilia possono destare stupore in chi, in questi anni, ha preso sul serio le ‘divisioni’ del Partito democratico siciliano rispetto all’alleanza con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Non stupiscono il nostro giornale, che ha sempre cosiderato le ‘spaccature’ del Pd siciliano rispetto al Governo Lombardo un sceneggiata.

A poco più di quarantotto ore dalle dimissioni di Lombardo – annunciate dal presidente della Regione circa tre mesi fa – Barbagallo invita il capo della giunta a non dimettersi. E, addirittura, “a concordare con tutte le forze politiche un’agenda di fine legislatura per votare alla scadenza naturale”, cioè nella primavera del prossimo anno.

Barbagallo è sempre stato contrario all’alleanza del Pd con Lombardo. O forse – come abbiamo sempre pensato noi di LinkSicilia – ha recitato in modo egregio questa parte. Oggi, essendo sempre stato un ‘antigovernativo’, o presunto tale – o avendo recitato, appunto, questo copione – secondo le regole del teatrino della politica siciliano, dovrebbe risultare credibile.

Riflettiamo: se l’invito rivolto a Lombardo a non dimettersi fosse arrivato da Antonello Cracolici e da Giuseppe Lumia – di certo i dirigenti del Pd siciliano più esposti nell’alleanza con un presidente della Regione inquisito per mafia – nessuno si sarebbe stupito. Cracolici e Lumia, si sa, hanno lo stomaco ‘pesante’ e digeriscono tutto. E sono ancora oggi pienamente rappresentati in questo Governo, sia in giunta, sia nella spartizione dei dirigenti generali, considerato che Lombardo, ‘innovando’ la politica siciliana, ha trasformato i vertici della burocrazia regionale in merce di scambio di bassa lega (non è certo un caso se con questo Governo regionale il livello della dirigenza generale della Regione si sia abbassato…).

Ma se questa proposta – come sta avvenendo in queste ore – parte da un parlamentare del Pd che si è sempre professato ‘anti-lombardiano’ (o quasi, aggiungiamo noi), la cosa acquista – o dovrebbe acquistare – credibilità. Quanto meno è questo quello che si augurano Barbagallo e Lombardo, che a nostro avviso – e questo non finiremo mai di ripeterlo – non sono mai stati ‘nemici’.

C’è, però, nel ragionamento di Barbagallo, un piccolo ma sostanziale errore di ‘sintassi’ politica. Quando si propone una ‘svolta’ politica così profonda – soprattutto rispetto alla ‘parte’ recitata in questi anni dallo stesso Barbagallo: e cioè quella di ‘oppositore’ – bisognerebbe aveva la fantasia di inventarsi qualche cosa di forte e di credibile. Motivare l’iinvito a Lombardo a non dimetttersi con il dramma finanziario della Regione suona, infatti, un po’ comico.

Per carità, quando Barbagallo descrive un’amministrazione regionale “senza soldi per i trattamenti di fine rapporto, con l’Ente acquedotti siciliani travolto dai debiti, con i dipendenti dell’Ast senza stipendi, con i lavoratori della formazione professionale che non vengono pagati da tantissimi mesi, con la biblioteca regionale che non apre più per mancanza di risorse finanziarie, con lo stop alle borse di studio, con molti Comuni vicini al dissesto finanziario, con i lavoratori del trasporto pubblico locale a rischio licenziamenti”, dice cose verissime.

Ma tutti questi problemi sono il frutto di un’attività di Governo che ha visto protagonisti Lombardo e il Pd siciliano. Barbagallo, parlamentare di Sala d’Ercole ed autorevole esponente del Pd siciliano, in questi quattro anni dov’è stato? Sulla luna?

Ci faccia capire, onorevole Barbagallo: Lombardo non si dovrebbe dimettere per tentare di risolvere i problemi che lui stesso – insieme con il Pd – ha creato? Non le sembra una tesi un po’ deboluccia? O, forse, lei e i suoi compagni di partito cominciate a percepire i segni di una pesante sconfitta elettorale, visto che in questi quattro anni, ‘sgovernando’ la Sicilia, avete solo prodotto guasti? E lei pensa che rimandando di nove mesi l’appuntamento con le urne la situazioni migliorerebbe? E perché?

Non sappiamo a che cosa preludano le dichiarazioni dell’onorevole Barbagallo (foto a sinistra, tratta da milocca.wordpress.com) . Ma sappiamo due o tre cose. Noi, ad esempio, non abbiamo mai dato per certe le dimissioni di Lombardo.

A nostro avviso, le dimissioni del presidente della Regione nascono non da problemi politici, ma giudiziari. Di certo, tra i suoi alleati politici – e le dichiarazioni di Barbagallo ne sono un’indiretta conferma – c’è chi non vuole che il capo della giunta regionale si dimetta, sia per conservare il potere per altri nove mesi, sia perché sanno di perdere le elezioni.

Ma – lo ribadiamo – se queste dimissioni si concretizzeranno martedì prossimo, ebbene, questo avverrà per motivazioni non politiche. Perché se dovesse dipendere da Lombardo e dal Pd siciliano, le dimissioni non sarebbero state prese nemmeno in considerazione.

In ogni caso, la situazione si ingarbuglia. Perché da un Pd siciliano terrorizzato dalle elezioni (potrebbe perdere il 50 per cento secco dei deputati di sala d’Ercole: e potrebbe anche andare peggio) ci si deve aspettare di tutto. Anche interventi ‘extrapolitici’ che questo partito, per tradizione, riesce ancora oggi ad assicurare.

Quanto a Lombardo – che per non dimettersi dovrà sentirsi totalmente al riparo da ‘acclerazioni’ extrapolitiche – è chiaro che per non dimettersi dovrà ricevere inviti a restare: cosa, questa, che sta già avvenendo.

Resta il giudizio sul Pd siciliano, un partito che si è alleato con Lombardo contro la volontà del 90 per cento dei propri iscritti, elettori e simpatizzanti (lo hanno dimostrato i responsi dei referendum comunali: e lo ha dimostrato il fatto che i vertici del Partito hanno impedito ‘democraticamente’ alla base di pronunciarsi sull’alleanza con Lombardo). un Partito, il Pd siciliano, dove l’unica cosa che conta veramente è la gestione del potere allo stato puro. Altro che partito di idee e di ideali!

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Sopra, foto di Pulcinella tratta da latorrenormanna.wordpress.com

 


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