«È ovvio che se si raggiungesse il numero necessario per sciogliere il Consiglio, noi saremmo pronti a farlo. Ma per legge servono le dimissioni di almeno 21 consiglieri comunali. Questa iniziativa, quindi, assolutamente legittima e che rientra nelle attività di opposizione, è però del tutto priva di efficacia e di effetto. È solo propagandistica». Non usa giri di parole il consigliere del M5s Ugo Forello che boccia senza appello l’iniziativa lanciata sabato scorso dal leader dei Coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli, insieme a Cesare Mattaliano. L’invito, rivolto ai colleghi dell’opposizione in netto dissenso con l’operato del sindaco, è a rassegnare le dimissioni irrevocabili «per mandare a casa questa maggioranza a Sala della Lapidi». Passo condiviso dai due consiglieri della Lega, Igor Gelarda ed Elio Ficarra, che annunciano di essere pronti e di voler depositare oggi stesso le loro dimissioni davanti al notaio.
«Questa iniziativa – affermano Gelarda e Ficarra – ci aiuterà a capire chi è vera opposizione in consiglio comunale e chi invece prende in giro gli elettori. Lo abbiamo sempre detto, e oggi lo dimostriamo con i fatti: non siamo attaccati ad alcuna poltrona. Invitiamo tutti i consiglieri comunali di buona volontà, e specialmente quelli dell’opposizione, a fare altrettanto, e mandare a casa l’infelice sindaco Orlando. Perché rimanere al proprio posto nella situazione attuale – aggiungono – significa essere complici del sindaco e della sua maldestra gestione della città». Un’operazione, però, che non convince fino in fondo i consiglieri grillini, che non sembrano intenzionati ad aderire alla proposta del leader dell’opposizione, almeno per il momento. Le dimissioni, infatti, diventerebbero irrevocabili solo nel caso in cui si dovesse raggiungere il numero necessario.
«Aderire a cosa? Siamo disponibili a dimetterci, ma come lo eravamo 20 giorni fa. Non posso che ribadire che qualora si raggiungesse la disponibilità alle dimissioni di almeno 16 consiglieri comunali, noi cinque le rassegneremmo oggi stesso – spiega Forello – Ma, per avere efficacia, devono essere presentate in contemporanea. Loro non hanno presentato le dimissioni, ma hanno dichiarato di essere intenzionati a farlo qualora si arrivi al numero sufficiente per sciogliere il consiglio. Si impegnano a farlo: è solo una soluzione propagandistica». Lo scioglimento dell’organo, infatti, si ha quando la maggioranza dei consiglieri rassegnano «coevamente le dimissioni presentandole al Comune».
Per Forello, nemmeno l’atto formale firmato dal notaio può conferire maggior credibilità al gesto annunciato dai quattro consiglieri all’opposizione. «Anche annunciare di andare dal notaio non è sufficiente – ribadisce Forello – Io non posso impegnarmi a dimettermi. La dichiarazione dal notaio non ha alcun vincolo e, ad ogni modo, dovrà essere sempre sostituita da un atto di 21 persone. Noi siamo più per i fatti concreti: mettiamo in crisi questa amministrazione sul bilancio e il rendiconto, atti che certificano una crisi senza precedenti. Se si raggiungesse la maggioranza di adesioni per staccare la spina al sindaco, noi saremmo certamente disponibili. Ma perché ciò accada servono i consiglieri della maggioranza. A quel punto – conclude – potremmo mandare a casa Orlando».
Una possibilità, quella delle dimissioni dei consiglieri, che viene respinta anche da Sabrina Figuccia, consigliera comunale dell’Udc. «È arrivata l’ora di dire basta – afferma – di voltare pagina e di mettere fine all’ennesima sindacatura di Orlando, che sta rovinando la città, e occorre farlo con un’azione forte e reale. Ecco perché ho chiesto una riunione urgente di tutti i consiglieri della minoranza a Sala delle Lapidi per dimetterci tutti in massa e mandare finalmente a casa il sindaco». Per Figuccia, dunque, la deposizione delle dimissioni in massa è un’azione soltanto di facciata. «Non mi convincono gesti eclatanti – insiste la consigliera – che non hanno però una reale efficacia e mi dispiace constatare che debba essere una consigliera ultima arrivata, come la sottoscritta, a prendere quest’iniziativa, che altri avrebbero invece dovuto avere il coraggio di prendere, come, ad esempio, chi da oltre un decennio siede in consiglio comunale e che si pavoneggia come capo dell’opposizione, ma in realtà è ben comodo sul proprio strapuntino, dopo aver votato l’elezione del presidente Orlando. Trovo poco utile presentare una dichiarazione di intenti di dimissioni, che da sola non produce alcun effetto. Mi auguro invece che i consiglieri di minoranza finalmente compiano quell’atto di coraggio che tutti i palermitani si aspettano. Dopo la riunione di oggi vedremo chi davvero vuole mandare a casa Orlando».
Mentre dalla maggioranza, che sarebbe decisiva per la riuscita dell’operazione, arriva la stigmatizzazione. «L’annuncio delle dimissioni – dice Paolo Caracausi, di Italia dei Valori – sembra essere quasi diventato uno sport per le opposizioni: tutti le annunciano, ma nessuno le dà realmente. I Coraggiosi e la Lega dicono di aver depositato dal notaio le dimissioni dal consiglio comunale di Palermo, ma sanno perfettamente che non hanno alcun valore. Se veramente vogliono essere credibili le presentino al Comune, le facciano protocollare e si proceda alla surroga con i primi dei non eletti. La città ha bisogno di rappresentanti istituzionali che abbiano a cuore i bisogni dei palermitani e in questo momento è necessaria la collaborazione di tutti».
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