Dieci studenti messinesi al Mit, il Massachusetts Insititute of Technology, di Boston. Sono i ragazzi del team Wall-E 3.0, classificato al terzo posto nella competizione finale del torneo Zero Robotics, e frequentano le quarte e le quinte classi dell’istituto Verona Trento.
Davide Ventaglio, Davide Segullo, Vittorio Gatto, Maurizio Raneri, Giuseppe Venuto, Alessio Donato, Manuel Fleri, Francesco Santoro, Davide Dell’Acqua, Emanuel Sorrenti hanno partecipato al concorso creato nel 2009 e sponsorizzato quest’anno da Nasa, Casis (il Centro per l’Avanzamento della Scienza in Space fondato dal governo statunitense), Esa (l’Agenzia spaziale europea) e dall’università autsraliana di Sydney e organizzato dal Mit Space Systems Laboratory. Dovranno adesso creare codici di programma per governare micro satelliti spaziali.
Dopo il decimo posto conquistato lo scorso anno, la squadra Wall- E 3.0, dal nome del robot dell’omonimo film Disney Pixar, ha fatto un deciso passo in avanti. «I nostri ragazzi e insegnanti sono gli anticorpi contro le tante brutture delle scuole italiane – sottolinea la dirigente scolastica Simonetta Di Prima -. Con uno splendido terzo posto nella classifica mondiale, hanno portato il nome di Messina all’estero e sono il primo istituto tecnico italiano a conquistare un titolo simile. L’entusiasmo che ci hanno messo ha sorpreso anche noi insegnanti». Zero Robotics ha visto la partecipazione di oltre tremila giovani europei, statunitensi, russi, australiani e messicani. Cominciato a maggio del 2015, si concluderà il 25 gennaio con la sperimentazione a bordo della stazione spaziale internazionale di quanto realizzato dagli studenti.
La squadra del Verona Trento è capitanata dalla professoressa Eliana Bottari e dal professore Giovanni Rizzo, i due mentori del progetto. «Volare a Boston – spiega Bottari – sarà per loro un’esperienza indimenticabile e allo stesso tempo occasione di crescita sociale e culturale. Il loro premio sarà quello di andare al Mit e confrontarsi in inglese con i loro coetanei e con gli scienziati della Nasa che testeranno il lavoro prodotto dal nostro team».
Entrando nel dettaglio del progetto i ragazzi dovranno riuscire a governare micro satelliti spaziali chiamati Spheres, che si muoveranno all’interno della stazione orbitante sotto la visione dei sei astronauti a bordo. «La competizione, svoltasi in varie fasi, consiste nella creazione di codici di programma in linguaggio di programmazione C++ per il controllo dei satelliti in miniatura», prosegue la docente. Per partecipare al torneo, il team Wall-E 3.0 ha dovuto superare la selezione che si è svolta tra giugno e luglio e che ha negato l’accesso alle fasi successive a numerose scuole italiane. Ha superato le seconda fase (2D), seguita da quella 3D, più complessa. A novembre, infine, è giunta alla fase in cui gli studenti, in videoconferenza con le altre squadre, hanno stretto l’alleanza con le squadre statunitensi. Le due che hanno collaborato con gli studenti messinesi sono Team Kuhlschrank (Pope John XXIII High School – New Jersey – Stati Uniti) e Haverhill Robotics (Haverhill High School – Massachusetts – Stati Uniti).
Quest’anno la sfida si chiama SpySpheres: l’obiettivo è raccogliere e riutilizzare parti di un satellite virtuale rotto ed effettuare foto all’avversario; i satelliti si trovano in orbita attorno alla terra. Per vincere il match, si devono raccogliere il maggior numero possibile di parti rotte e scattare quante più foto possibile, il tutto evitando di farsi fotografare dall’avversario e gestendo ottimamente le risorse limitate. La competizione finale si svolgerà il 25 gennaio e per l’occasione all’istituto Verona Trento sarà allestita una sala dove genitori e parenti potranno seguire in diretta streaming la gara.
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