Il sindaco Salvo Pogliese ha parlato di un «traguardo storico sul fronte della depurazione delle acque reflue». Il commissario Maurizio Giugni ha sottolineato l'importanza della «circolarità del riuso per l’agricoltura delle acque depurate»
Depuratore Pantano d’Arci, parte progettazione definitiva «Cantieri dal 2023. Non ci saranno più scarichi a perdere»
Parte la progettazione definitiva del nuovo depuratore di Pantano d’Arci: un adeguamento funzionale ad accogliere i reflui della città e dei comuni limitrofi, per una copertura complessiva di 565mila abitanti. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa a Palazzo degli elefanti il sindaco di Catania Salvo Pogliese e il commissario unico per la depurazione Maurizio Giugni. L’intervento, integrato con la nuova rete fognaria – anche questa in fase di progettazione – con sette lotti e 360 nuovi chilometri di reti, servirà al superamento dell’infrazione comunitaria nei confronti dell’agglomerato catanese, per cui l’Italia è stata condannata al pagamento di una sanzione.
L’affidamento a un raggruppamento temporaneo di professionisti, prevede una prima fase di indagini propedeutiche alla progettazione di tipo topografico, georadar, strutturali e sulla consistenza dell’attuale impianto, come sulle terre e rocce da scavo. Seguirà la fase di progettazione definitiva, da realizzare entro 90 giorni. Dopo la procedura di valutazione ambientale, ci sarà l’avvio della gara per la progettazione esecutiva e i cantieri. «Un altro fondamentale passo in avanti – ha spiegato Pogliese – di un traguardo storico per la città è stato compiuto, per voltare pagina anche sul fronte della depurazione delle acque reflue con opere d’ingegneria moderne e avanzate. Un problema atavico per la nostra città che ora ha un percorso tracciato per la soluzione».
Un valore di investimento da oltre 400 milioni di euro di fondi comunitari e nazionali. «I cantieri contiamo di aprirli nel 2023 – ha aggiunto il sindaco – Catania avrà un sistema di smaltimento e depurazione delle acque adeguato e un moderno complesso fognario, da Capomulini all’Oasi del Simeto, collegato a un impianto di depurazione moderno, liberando il sottosuolo dagli scarichi a perdere come purtroppo accade ancora in alcune parti della città. A questo sistema – continua il primo cittadino – va aggiunta la circolarità del riuso per l’agricoltura delle acque depurate che rappresenta un valore aggiunto qualificante per l’ecosostenibilità».
«Rendere efficiente la depurazione catanese – afferma il commissario Giugni – è probabilmente la più grande sfida della struttura commissariale, visto che parliamo di interventi finanziati per oltre 450 milioni di euro. Renderla anche sostenibile, cioè in grado di recuperare un refluo di alta qualità per l’irrigazione è una grande possibilità in più: non limitarsi cioè a scongiurare le multe, che pesano sull’Italia per la sola Catania oltre 5,5 milioni di euro l’anno, ma – continua – contribuire all’innovazione del sistema per dare benefici duraturi all’ambiente e alle comunità». Una volta potenziato, l’impianto di Pantano d’Arci dovrà ricevere i reflui della quasi totalità del comune di Catania, del 70 per cento di Gravina di Catania e Tremestieri Etneo, di Aci Castello, Sant’Agata Li Battiati, San Gregorio di Catania e di parti del territorio di Aci Catena, San Giovanni La Punta e Acireale.