Una conferenza stampa tutt’altro che piatta quella per il resoconto dell’operato all’Assemblea regionale della Democrazia cristiana di Totò Cuffaro. Un evento segnato dalla presenza dei giornalisti di Report, che ancora una volta hanno incalzato l’ex presidente della Regione su temi riguardanti la legalità e la vicenda legata all’assessora crociata Nuccia Albano, creando un capannello tra […]
La Dc tira le somme. Pace non risparmia gli alleati: «Chiederò a Schifani se siamo autorizzati anche noi ad attaccarli»
Una conferenza stampa tutt’altro che piatta quella per il resoconto dell’operato all’Assemblea regionale della Democrazia cristiana di Totò Cuffaro. Un evento segnato dalla presenza dei giornalisti di Report, che ancora una volta hanno incalzato l’ex presidente della Regione su temi riguardanti la legalità e la vicenda legata all’assessora crociata Nuccia Albano, creando un capannello tra curiosi e sostenitori della Dc. Cuffaro, comunque, ha mantenuto la calma prima di sedersi in prima fila, mentre i suoi esponevano i dati su leggi presentate dal gruppo o esitate dalla commissione Affari istituzionali.
Anche sul versante politico, non sono mancati gli scossoni. Ad animare la mattina ci ha pensato il capogruppo dei cuffariani a palazzo dei Normanni, Carmelo Pace, che stavolta non le manda a dire agli alleati. «Siamo stati e saremo sempre leali al governo Schifani – dice – Non siamo abituati ai ricatti e a differenza degli altri non frequentiamo molto spesso palazzo d’Orleans, non siamo abituati a bussare alla porta di Schifani. Chiederò al governo se siamo autorizzati anche noi ad attaccare gli alleati. Se anche noi che siamo una forza leale di governo, siamo autorizzati a fare delle manifestazioni contro il governo».
Parla anche Nuccia Albano, che ribadisce ancora una volta la sua distanza dal percorso di vita del padre, esponente della mafia di Borgetto ai tempi in cui Albano era una bambina, negli anni Cinquanta. «Per oltre 40 anni, nel mio lavoro, mi sono stati affidati i casi più delicati che la procura trattava, perché la legalità e la giustizia sono state sempre la mia stella polare. Ho preferito rinunciare ai miei lauti compensi per dare la mia disponibilità alla Sicilia».