Si è conclusa con nuovi scontri con la polizia la manifestazione degli indignados a madrid ieri sera. La tv di stato spagnola ha riferito di due feriti e 12 arresti e ha mostrato stamattina le immagini di cariche della polizia sui manifestanti, a colpi di manganelli. Gli spagnoli protestano contro le misure di austerity che il governo del centrista (e centralista) rajoy ha concordato con l'unione europea e che si traducono in tagli alla spesa pubblica che colpiscono scuola, sanità e cultura. Con nuovi licenziamenti, fabbriche che chiudono, asili che spariscono, ospedali ridotti ai servizi essenziali. E una disoccupazione giovanile che tocca il 50 per cento.
Dalla Spagna la rivolta contro l’Ue dei massoni nemica delle Regioni (anche in Italia)
Si è conclusa con nuovi scontri con la polizia la manifestazione degli indignados a Madrid ieri sera. La tv di Stato spagnola ha riferito di due feriti e 12 arresti e ha mostrato stamattina le immagini di cariche della polizia sui manifestanti, a colpi di manganelli. Gli spagnoli protestano contro le misure di austerity che il governo del centrista (e centralista) Rajoy ha concordato con l’Unione europea e che si traducono in tagli alla spesa pubblica che colpiscono scuola, sanità e cultura. Con nuovi licenziamenti, fabbriche che chiudono, asili che spariscono, ospedali ridotti ai servizi essenziali. E una disoccupazione giovanile che tocca il 50 per cento.
Una bella gatta da pelare per il primo ministro spagnolo, a capo di un governo che come quello italiano è espressione dei poteri forti e della finanza europea. Non solo. La protesta degli indignados (cittadini ridotti alla fame) si intreccia con la rivolta catalana per l’indipendenza. Artur Mas, il governatore della Catalogna, dopo la manifestazione indipendentista che, lo scorso 12 settembre, ha portato nelle strade di Barcellona due milioni di catalani, un cittadino su quattro, ha annunciato che indirà un referendum per staccare la Catalogna dalla Spagna. Rea di non volere concedere l’autonomia fiscale alla Regione. Che come la Sicilia, probabilmente se la passerebbe meglio se andasse per i fatti suoi, come abbiamo sostenuto in questo articolo , in cui riportiamo l’analisi sull’argomento del professor Massimo Costa, tra i massimi esperti in tema di Autonomia siciliana.
Un vento quello spagnolo, che soffia forte su tutta l’Europa. Oggi manifestazioni di protesta pure a Parigi e Lisbona. Tutti accomunati dalla condanna verso un Europa, con relativi rappresentanti nei governi nazionali, che si è trasformata in una lobby economico-finanziaria che massacra i cittadini e le autonomie locali. Tutto il contrario di quell’Europa delle regioni sognati dai padri fondatori dell’Ue. Un’Europa, come abbiamo scritto in questo articolo, sempre meno libera e sempre più massonica..
Preoccupante e visibilissimo, e poi, l’attacco alle regioni in atto in questi giorni in Italia. Con la scusa degli episodi di malaffare, peraltro non nuovi, il governo dei banchieri guidati da Monti, tutti rigorosamente non eletti, sta pensando di ridurre l’autonomia degli enti locali.
Un atto centralista che riporterebbe l’Italia indietro di 50 anni e una dichiarazione di guerra alla regioni a Statuto speciale. Senza considerare che ci sono grossi dubbi sul fatto che il controllore possa essere meglio del controllato. Ad occhio e croce, sarebbe come affidare la pecora al lupo. E di lupi, nelle banche e nei governi europei attuali non ne mancano. La strategia è talmente palese da avere portato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a frenare: “Non tutto quello che riguarda le Regioni è malaffare” ha detto. Della serie, freniamo gli appetiti.
l problema della Sicilia? LItalia
Leuro? Non tutti erano daccordo. Anzi
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