D’Alia (Udc) sembra aprire a Berlusconi. Pronti a ‘inghiottire’ anche l’Italicum?

IL POLITICO SICILIANO E’ OTTIMISTA, PERCHE’ VEDE ANCORA SPAZIO PER UNA FORZA MODERATA NEL NOSTRO PAESE. MA NON CONSIDERA L’ALLEANZA TRA FORZA ITALIA E IL PD DI RENZI IMPOSTA DALLA MERKEL: ALLEANZA GRAZIE ALLA QUALE L’EX CAVALIERE STA COMUNQUE SALVANDO LE PROPRIE AZIENDE…

Rintracciamo su facebook un lungo post di Giampiero D’Alia, dirigente nazionale dell’Udc di primo piano e leader della stessa formazione politica in Sicilia. Leggiamolo insieme per capire se questo Partito andrà nel centrosinistra a fare da sgabello al PD o se andrà nel centrodestra a fare da sgabello a Berlusconi che governa con il PD prendendo in giro gli elettori moderati del nostro Paese.

Leggiamo il post:

“Il consiglio nazionale dell’Udc, la lettera aperta del presidente Berlusconi a tutti i moderati e l’assemblea nazionale di Ncd (Nuovo centrodestra) hanno di fatto aperto la discussione sul futuro dell’area moderata e, in particolare, sulla necessità di costruire un nuovo sistema politico diverso da quello che abbiamo conosciuto nella seconda repubblica.

Credo siano tutti fatti positivi che non possono essere liquidati con dichiarazioni intrise di becero tatticismo, ma devono essere oggetto di approfondimento sincero.

Il sistema politico italiano non può reggersi su di un monocolore del PD e, sopratutto, sulla nuova e importante leadership politica di questo partito, né la terza repubblica ed il nuovo bipolarismo italiano possono reggersi sul confronto tra una sinistra – pur profondamente rinnovata – da un lato e populismi antisistema dall’altro lasciando fuori dal circuito della partecipazione e della decisione l’area moderata e popolare di questo paese che è maggioritaria ancorché divisa tra chi vota Forza Italia, Udc, Ncd, Scelta Civica, i Popolari per l’Italia e chi a votare non va più perché deluso.

E’ necessario avviare un confronto sereno su valori e programmi di una nuova offerta politica moderata e popolare che veda il concorso di tutti, nessuno escluso, con pari dignità e con profonda umiltà.

Sarà fondamentale ritrovarsi sulla definizione di una proposta comune su riforme istituzionali e legge elettorale che sono il presupposto per un vero cambiamento della politica italiana, su di una grande riforma delle istituzioni politiche europee per liberarle dal peso delle burocrazie e delle lobbies finanziarie che non consentono la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte di politica economica e sociale dell’Unione, sulle riforme economiche e sociali che servono ad un salto di qualità del paese (scuola, università, mercato del lavoro, etica pubblica, giustizia, pubblica amministrazione, autonomie regionali e locali).

Penso ad una piattaforma comune tra chi ha la stessa visione della persona, della società e dello stato e vuole costruire insieme abbandonando i vecchi schemi della seconda repubblica che si sono rivelati fallimentari ed incapaci di affrontare la crisi economica e sociale che da parecchi anni ormai rende l’Italia prigioniera dei suoi limiti e delle sue contraddizioni accrescendo povertà e diseguaglianze.

Per fare ciò è importante proseguire il dialogo e il confronto con tutti partendo dal basso senza pensare che una questione complessa come la ricostruzione di una nuova area moderata e popolare possa avvenire tramite la sommatoria di pezzi delle vecchie nomenclature della seconda repubblica: se si vuole assecondare e guidare la voglia di cambiamento che c’è nel paese, e anche tra i nostri elettori, occorre favorire un profondo e qualificato ricambio generazionale che porta con se il valore aggiunto della autorevolezza e della credibilità; autorevolezza e credibilità senza le quali non si va da nessuna parte.

Sono convinto che lo sforzo che il presidente Berlusconi ha compiuto con la sua iniziativa sia assolutamente apprezzabile ed è importante il lavoro che ciascuno di noi sta facendo per capire quale sia il percorso migliore per arrivare ad un nuovo protagonismo dei moderati e dei popolari italiani, senza riserve mentali, furbizie tattiche e pregiudizi pseudointelletualistici.

Noi dell’udc abbiamo iniziato questa discussione nel nostro consiglio nazionale di giovedì scorso aprendo ad un primo confronto con gli amici di Ncd, Sc e Pi. Tale confronto deve essere esteso a quanti, moderati e popolari, si muovono nell’area della maggioranza di governo ma deve sicuramente tenere conto anche della iniziativa messa in campo oggi dal presidente Berlusconi, che rappresenta una fetta importante di quell’elettorato a cui vogliamo rivolgerci, che merita rispetto e non chiusure tattiche, prive di senso umano e politico.

A settembre è mia intenzione convocare un nuovo consiglio nazionale per fare il punto sulla situazione e per decidere con tutto il gruppo dirigente e la base del mio partito quale sia la via più giusta da seguire”.

Nota a margine

Ci sembra di capire che D’Alia guardi più a Berlusconi che al PD. Ma non rintracciamo, nel suo ragionamento, un’analisi sull’invadenza di un’Unione europea a trazione tedesca che, ad esempio, sta imponendo al nostro Paese l’assurda riforma del Senato. Ancora: cosa pensa l’onorevole D’Alia dell’Italicum, che dovrebbe riconsegnarci una Camera dei deputati di ‘camerieri’ di PD e Berlusconi?

Per non parlare dell’accordo tra il PD di Renzi e l’ex Cavaliere che sta consentendo a quest’ultimo di salvare le proprie aziende utilizzando il voto dei tanti moderati italiani che ancora vanno dietro a un personaggio che, fino ad oggi, ha curato solo i propri interessi.


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