Foto di Gabriele Ruggieri

Da Roma 200milioni per la Regione ma il presidente Schifani attende il “Salva-Sicilia”

Duecento milioni per le casse siciliane. Accordo tra la Regione e il ministero dell’Economia che prevede un’apertura, un’Entrata extra mentre, a Roma, in Commissione Bilancio si continua a discutere della manovra varata dall’Esecutivo. L’intesa prova a mettere una pezza perché le sorti regionali continuano a rimanere in “sospeso”. «Occorre urgentemente una norma molto nota al Governo – ha dichiarato il presidente Renato Schifani – e sulla quale mi sono intrattenuto a lungo con quest’ultimo più volte, unitamente ad assessori della mia giunta di altri partiti; una norma che rimuova gli effetti della inopinata sospensione del giudizio del consuntivo 2020 da parte della Corte dei Conti che ha impugnato davanti la Corte costituzionale un provvedimento legislativo a firma Conte-Mattarella. Quest’ultimo autorizzava la spalmatura del disavanzo ereditato nel 2018 dal governo Crocetta in dieci anni. Una norma rispettata dal predetto organo contabile nel corso del precedente anno, ed inaspettatamente contestata l’anno successivo con la conseguente paralisi del bilancio regionale siciliano».

Una spada di Damocle che preoccupa e non poco. Soprattutto per ciò che concerne la spesa sanitaria il cui peso, ormai da tempo, è stato scaricato in misura maggiore proprio sulle casse territoriali prevedendo una compensazione, a valere sulle accise maturate in loco, ma che per molti aspetti è rimasta lettera morta a fronte di Uscite certe. Una problematica di maggiore rilievo, mai effettivamente affrontata e che fa il paio con l’effettivo riconoscimento e la piena attuazione dello Statuto Autonomista siciliano. E sulla specifica questione riguardante la posizione dei giudici contabili, il presidente Schifani ha detto che si tratta di «un conflitto di poteri senza precedenti tra due organi dello Stato, e cioè Corte dei Conti e Governo nazionale, – conclude il governatore – in cui parte lesa è la Regione da me guidata da soli due mesi. Confidiamo che il governo nazionale farà chiarezza legislativa su questo increscioso episodio, al fine di evitare conseguenze disastrose sulle finanze di una incolpevole Regione che sta sistematicamente sforzandosi di assicurare continuità di buon governo ai siciliani».


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