Nel concorso della trasmissione televisiva Alle falde del Kilimangiaro, Castroreale ha vinto il secondo posto. Per tre anni consecutivi l'Isola ha conquistato il primo gradino del podio: Gangi nel 2014, Montalbano Elicona nel 2015 e Sambuca di Sicilia nel 2016. Ma è solo una targa da sfoggiare o può diventare uno strumento di sviluppo?
Da Gangi a Castroreale: la Sicilia dei borghi pluripremiati Quando un riconoscimento segna la svolta di un paese
La Sicilia si conferma terra di
Borghi più belli d’Italia. Quest’anno nel concorso della trasmissione televisiva Alle falde del Kilimangiaro Castroreale, cittadina della zona tirrenica del messinese, si è aggiudicato il secondo posto. Per tre edizioni consecutive l’Isola ha conquistato il primo gradino del podio: nel 2014 con Gangi, paesino sulle Madonie nel Palermitano, nel 2015 a trionfare è stato Montalbano Elicona, nel cuore dei Nebrodi, e nel 2016 Sambuca di Sicilia, al centro della Valle del Belice. Ma il riconoscimento rimane solo una targa da appendere alle pareti del palazzo del municipio e uno slogan da sfoggiare sui siti istituzionali dei Comuni, oppure è un trampolino di lancio capace di innescare processi che portano reali benefici in termini di sviluppo e di crescita per i luoghi che lo ottengono?
«Per noi è stato un miracolo». Esordisce l’assessore al Turismo di Sambuca di Sicilia, Giuseppe Cacioppo. «Negli ultimi due anni qui sono cambiate molte cose: sono state aperte nuove attività commerciali, specie legate al settore della ristorazione, sono nati nove bed and breakfast per colmare le richieste di un flusso turistico che, dal 2016 a oggi, ci ha fatto superare le 70mila presenze e che registra un aumento sempre costante». Il paesino di origine arabe in provincia di Agrigento conta poco meno di seimila abitanti, fra chiese barocche e cortili di stile catalano. Quello economico non è l’unico aspetto a essere migliorato all’indomani della vincita del concorso «che per il nostro territorio ha significato, comunque, una grossa boccata di ossigeno. La cosa che è cambiata di più – sottolinea a MeridioNews l’assessore – è l’identità della comunità sambucese che ha modificato il modo di vedere se stessa e ha riscoperto la bellezza dei luoghi circostanti».
«La parola borgo è diventata una delle più pronunciate anche fra i giovani» che, però, continuano ad andare via ancora in percentuale troppo alta. Tanto che adesso l’iniziativa lanciata dall’amministrazione comunale è quella di mettere le case in vendita a 1 euro per incentivare il recupero del patrimonio urbanistico e architettonico e contrastare lo spopolamento del centro storico. Intanto, anche Airbnb – colosso del settore turistico – ha scelto di investire a Sambuca di Sicilia realizzando per una casa museo all’interno di palazzo Pannitteri, che ospita i reperti archeologici provenienti dagli scavi del monte Adranone. «Il progetto per un anno avrà una vetrina sulla homepage del sito Airbnb – dice orgoglioso Cacioppo – che conta circa dieci milioni e mezzo di visitatori al mese».
A
Montalbano Elicona il titolo di Borgo più bello d’Italia è andato l’anno precedente, nel 2015, quando ad arrivare in finale era stato anche Cefalù. «Il paese da quella vittoria non facile è stato completamente stravolto», racconta il sindaco Filippo Taranto. Basandosi sui dati degli accessi al Castello di Federico II, «il salto in avanti è stato davvero incredibile». Prima del riconoscimento, il numero dei visitatori oscillava fra i dieci e i 15mila l’anno, ma già a partire dall’aprile del 2015 «gli ingressi si sono impennati e, in un solo anno, incredibilmente abbiamo oltrepassato i 70mila visitatori». Anche negli anni successivi il trend si è mantenuto alto, con una media di 50-60 ingressi annuali. «Una vera svolta – commenta il primo cittadino – a cui ha contribuito anche l’incremento del turismo scolastico».
Intanto, dai fondi del Patto per il Sud, a Montalbano Elicona è arrivato un finanziamento da un milione di euro per il completamento dei lavori del Castello. «E altre somme sono pervenute dal ministero dei Beni culturali», precisa il sindaco. Nel frattempo dal 2015 nel borgo di 2190 abitanti, i giovani hanno dato vita a nuove associazioni culturali e di promozione del territorio, alcuni imprenditori hanno aperto cinque nuovi ristoranti e diversi B&b «e altri, locali e non, stanno partecipando adesso a dei bandi regionali per investire sul nostro territorio», dice Taranto non celando però la criticità peggiore rimasta ancora irrisolta. «La viabilità e i collegamenti qui sono da terzo mondo e, di fronte a questo, la città metropolitana di Messina e altre istituzioni locali rimangono inerti e insensibili, mentre noi cerchiamo di non far spegnere la luce che si è accesa».
Quello di
Borgo dei Borghi ottenuto da Gangi, nel 2014, non è l’unico riconoscimento. Il borgo medievale di montagna, con le sue 18 chiese e i numerosi palazzi signorili, ha anche avuto il titolo di Gioiello d’Italia attribuito dalla presidenza del Consiglio dei ministri. «È stata per noi un’occasione per far conoscere il borgo – commenta Andrea, uno dei rappresentanti della Proloco gangitana – che ha permesso al settore del turismo di risollevarsi». Dal 2014 a Gangi si è registrato un incremento di strutture ricettive e la riapertura di una trattoria nel centro storico. «La cosa più rilevante però – fa notare il giovane – è stata la creazione di DeCO (denominazione comunale di origine, ndr), un marchio per identificare i prodotti agro-alimentari made in Gangi». Biscotti tipici e rosolio soprattutto, l’idea nasce da un’associazione locale per promuovere e valorizzare tutte le produzioni tipiche del territorio.
Al secondo posto quest’anno si è posizionato
Castroreale. «Un luogo bello ma poco valorizzato», lo descrive Antonio Sapienza, il presidente di Proposta turistica 3.0, l’associazione che a titolo gratuito si è occupata della promozione del Comune messinese nell’ambito della competizione, su mandato dell’amministrazione e delle associazioni locali. «Abbiamo adottato delle tecniche pensando al paese come fosse un prodotto commerciale», spiega parlando delle attività a partire dalla pagina Facebook Castroreale Borgo dei borghi, creata a novembre «più come auspicio che come pretesa», sorride. Con oltre tre milioni di visualizzazioni, la dimora di Federico II d’Aragona ha potuto mettere in mostra le proprie bellezze.
«L’iniziale curiosità dei visitatori della pagina sul social network – racconta Sapienza – si è presto trasformata in incremento di flusso dei visitatori: da novembre a oggi abbiamo registrato più di cinquemila presenze ed è cresciuto anche l’interesse da parte delle agenzie di viaggi e di tour operator». Visti i dati, sono subito partite delle attività in ambito di accoglienza, come il servizio di visite guidate al borgo «interamente gestito da giovani castrensi che accompagnano i visitatori alla scoperta di luoghi che conoscono molto bene». Inoltre, uno dei primi frutti del riconoscimento di Borgo dei Borghi per Castroreale è la riapertura, prevista a breve, «dello storico bar Aquila che è stato convertito in ristorante».