Il 30enne Italo Mazzoleni fa parte del team che ha vinto il concorso per realizzare la biblioteca a Skien (in Norvegia), dedicata al poeta Henrik Ibsen, tutta con materiali naturali. «Da noi c'è un rapporto diverso con l'ecosostenibilità», racconta a MeridioNews
Da Catania al Giappone per il sogno dell’architettura «Ora non è il momento, ma vorrei lavorare in Sicilia»
Nel progetto made in Japan che ha vinto il concorso per la realizzazione della biblioteca Ibsen, in Norvegia, c’è anche un giovane architetto catanese. Italo Mazzoleni, 30 anni, è parte integrante del team che ha sviluppato l’idea che ha sbaragliato la concorrenza e che vedrà nascere, nei prossimi anni, una struttura completamente vetrata in dialogo col parco di Skien, luogo di nascita del drammaturgo, poeta e regista teatrale norvegese Henrik Ibsen.
La biblioteca avrà come obiettivo principale quello di rendere la letteratura di Ibsen accessibile a tutti, ma sarà anche un polo culturale aperto alla cittadinanza con servizi per i residenti, centro informazioni turistiche e auditorium del centro culturale Ibsenhuset. Ma come è arrivato un siciliano in uno studio giapponese che costruisce in Norvegia? «Ho studiato un anno a Siracusa – racconta l’architetto a MeridioNews – poi ho fatto le valigie e mi sono trasferito a Firenze, dove ho completato il mio percorso di studi in Architettura». Senza rinunciare a due anni di Erasmus a Valencia dove, dopo la laurea, Mazzoleni ha lavorato per tre anni.
«Dopo l’esperienza spagnola, ho cominciato a cercare lavoro». E, così, il giovane è volato a Tokyo, nello studio di architettura di Kengo Kuma&Associates, passando per le varie fasi della gavetta ed entrando, alla fine, a tutti gli effetti nello staff capitanato da Yuki Ikeguchi. «Abbiamo vinto un concorso per realizzare delle piscine pubbliche a Copenaghen e ci hanno chiesto di spostarci nello studio che ha sede a Parigi, che cura i progetti europei». Così Mazzoleni è arrivato nella capitale francese, dove oggi lo studio giapponese – che tra gli ultimi progetti ha completato l’Odunpazari Modern Art Museum in Turchia e lo Stadio Nazionale del Giappone a Tokyo che ospiterà i prossimi giochi olimpici – sta curando, insieme a Mad Arkitekter e Buro Happold Engineering, il progetto che darà alla luce la biblioteca dedicata a Ibsen.
Sarà tutta costruita con materiali naturali. I pavimenti saranno in legno, mentre le pareti della struttura saranno per lo più vetrate per ottenere luminosità e trasparenza e per godere della bellezza del parco. «Lo studio lavora molto con i materiali ecosostenibili, dando importanza al concept architettonico, all’idea del progetto – spiega l’architetto a MeridioNews – Tutti i progetti si immergono all’interno del contesto in cui sorgono e la relazione con la natura, specialmente in questo caso in cui la struttura sorgerà all’interno di un parco, è molto ravvicinata».
Il pensiero torna poi alla sua isola. «In Sicilia abbiamo un rapporto diverso con l’edificato, in molti casi si dà più importanza alla massa, al volume. Sicuramente per costruire si predilige l’uso della pietra – spiega Mazzoleni – anche perché il legno non è una delle risorse del territorio. Credo che stiamo cercando di avvicinarci all’ecosostenibilità e alla filosofia green, anche se tendiamo sempre a mantenere una certa distanza dalla natura. Soprattutto con il mare, nel nostro caso».
E chissà che, in futuro, non sia proprio lui a ridurre questa distanza. «Se ci fosse lavoro tornerei in Sicilia. Ci sono tutte le condizioni favorevoli, si vive bene, tutto quello che ci circonda è bellissimo. Però mancano le opportunità, purtroppo». Passo dopo passo, progetto dopo progetto, Italo Mazzoleni il suo successo lo sta costruendo, un po’ alla volta. «Non c’è un percorso preciso da seguire per chi vuole diventare un architetto di successo, non ci sono regole prestabilite, è una pieno di imprevisti. Bisogna saper cogliere le opportunità e approfittare di esperienze come l’Erasmus, che ti portano a uscire dalla Sicilia. Anche nell’ottica di rientrarci in futuro. Io non la vedo come una prospettiva così impossibile. Ora non è il momento ma, in futuro, chissà».