La grande convergenza sul nome di giovanni ardizzone (udc) non cè stata. Il nuovo presidente dellars, di fatto, non prende i voti di una parte del pd. E incassa, invece, i voti del pdl del senatore giuseppe firrarello e del cantiere popolare di saverio romano.
Crocetta-Lumia-DAlia: ora l ‘assalto’ a Catania
La grande convergenza sul nome di Giovanni Ardizzone (Udc) non cè stata. Il nuovo presidente dellArs, di fatto, non prende i voti di una parte del Pd. E incassa, invece, i voti del Pdl del Senatore Giuseppe Firrarello e del Cantiere Popolare di Saverio Romano.
Lalleanza di governo tra il Partito democratico e lUdc non è compromessa, ma esce indebolita.
Almeno in questa fase, il Pd sembra un po sacrificato. Già i risultati delle ultime elezioni regionali sono stati amari: il Partito, infatti, ha perso circa 200 mila voti e si ritrova a Sala dErcole con 14 parlamentari (nella passata legislatura, grazie anche ad eventi particolari, poteva contare su 36 seggi).
A questo si aggiungono le scelte operate dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ha optato per una giunta di tecnici, mettendo in fuori gioco i parlamentari regionali del Pd che pensavano di entrare a far parte della squadra di Governo, Antonello Cracolici in testa.
In questa fase a condurre il gioco sono Crocetta, il parlamentare nazionale del Pd, Beppe Lumia, e il coordinatore dellUdc siciliana, Giampiero DAlia. Visto dalla parte del Pd dellIsola, sembra che tutto congiuri contro questo Partito. In realtà, lobiettivo dellasse Crocetta-Lumia-DAlia sembra un altro. Quale? Con molta probabilità, nei prossimi mesi, o forse nelle prossime settimane, assisteremo a una sorta di Opa sul sistema di potere dellex presidente della Regione, Raffaele Lombardo.
LOpa sul sistema-Lombardo, in realtà, è già iniziata da un pezzo, con molta probabilità molto prima del voto dello scorso 28 ottobre. E si è già sostanziata con lavvicinamento di Giovanni Pistorio al Pd e di Nicola DAgostino a Crocetta.
E evidente che il rimescolamento delle carte andato in scena a Sala dErcole, in occasione dellelezione del presidente dellArs, Ardizzone, avrà effetti in tutto il territorio siciliano. A cominciare, appunto, da Catania. Dove lasse Crocetta-Lumia-DAlia ha creato le condizioni politiche per far dialogare i vari Giuseppe Firrarello, Giovanni Pistorio, Anna Finocchiaro, Lino Leanza e, perché no?, anche Enzo Bianco.
Lombardo non cè più. Ma ci sono gli otto parlamentari dellArs del Partito dei Siciliani. Cè ancora – in buona parte ancora in piedi – il sistema di potere dellex presidente della Regione. E cè, in particolare, il Comune di Catania, che in questi anni è sempre stato nelle salde mani dei due compari: lattuale Sindaco, Raffaele Stancanelli, e lo stesso Lombardo (che sono sempre stati alleati, con buona pace del Pdl). (a destra, l’elefantino, uno dei simboli di Catania: foto tratta da yukiba.it)
Va da sé che la delombardizzazione, già avviata dal Governo Crocetta con la destituzione dei dirigenti generali lombardiani della Regione (il segretario generale della Presidenza della Regione, Patrizia Monterosso, è stata risparmiata solo perché è stata abilissima a saltare sul carro di Lumia), proseguirà senza sosta a cominciare proprio dalla città Etnea.
Il dato politico, tornando alle vicende politiche catanesi, è il grande tavolo attorno al quale si dovrebbero comporre non soltanto i futuri equilibri del Comune e della Provincia etnee, ma anche le candidature in vista delle ormai imminenti elezioni nazionali. Anche allombra dellEtna, insomma, il pallino è nelle mani di DAlia per lUdc e Lumia per il Pd.
Comune e Provincia di Catania, gli scranni parlamentari di Camera dei deputati e Senato della Repubblica e una miriade di posti di sottogoverno colonozzati, negli ultimi quattro anni, da Lombardo: è questa la posta in gioco a Catania e dintorni. Ma non soltanto a Catania e dintorni.