Crocetta fa auguri ai siciliani: «Strada giusta» Critiche sul web: «Ma con quale faccia li fa?»

Il 2016 è stato «un anno di duro lavoro che ci ha permesso di cambiare registro nel percorso di una macchina che rischiava di finire in un burrone e che invece comincia a camminare nella direzione giusta». lo dice il governatore della Regione, Rosario Crocetta, nel video messaggio di auguri ai siciliani affidato ai social network. Crocetta snocciola quanto ottenuto dal suo esecutivo nel corso degli ultimi 12 mesi: dall’accordo Stato-Regioni «che ci ha permesso di ottenere 1,6 miliardi di euro, facendo rispettare lo statuto siciliano, ai 3,3 miliardi per i cantieri, fino alla legge sui precari».

Secondo Crocetta, «l’economia siciliana riprende più che altrove e l’occupazione comincia a ripartire. Siamo contenti? No. Adesso dobbiamo pensare ad altre cose, spendere i soldi dei cantieri e della programmazione europea».

Il 2017, annuncia il governatore, sarà l’anno del salario di inclusione per le famiglie che non raggiungono i cinquemila euro annui di reddito. Un anno all’insegna «di sviluppo e solidarietà, di rigore nella spesa senza lasciare indietro nessuno». «Voglio ringraziare tutti voi – conclude – per avermi dato la possibilità di iniziare questo grande cambiamento per la Sicilia».

Naturalmente, oltre ai tanti commenti in favore di Crocetta, non mancano le voci critiche sui social, da chi si chiede «con quale faccia fa gli auguri dopo quattro anni che ci massacra», a chi sottolinea che «l’unica cosa che (il governatore) ha invertito è che da tempo indeterminato sono passato a disoccupato».

Critiche anche dal Movimento 5 stelle, che a loro volta scrivono una lettera aperta ai siciliani, ricordando che «la Sicilia anche quest’anno è fanalino di coda delle classifiche nazionali in materia di gestione dei rifiuti. In quattro anni – si legge – Crocetta non ha fatto nulla, anzi quel poco che ha fatto, ha aggravato la situazione esistente. Quattro anni nei quali si è ripetuta la stessa storia alla quale avevamo già assistito durante l’era Cuffaro e l’era Lombardo: una serie infinita di ordinanze per mantenere l’emergenza».


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