L'assemblea del partito convocata per discutere dei problemi del Mezzogiorno termina con un discorso a sorpresa del presidente della Regione. «Non abbiamo bisogno dei soloni di Roma», dichiara. E chiede maggiori interventi in materia di defiscalizzazione e infrastrutture. Poi si rivolge al premier: «Quello che ti viene riferito spesso è sbagliato»
Crocetta a Renzi: «Non vogliamo assistenzialismo» Intervento polemico del governatore alla direzione Pd
Le battute finali della direzione nazionale del Partito democratico convocata per parlare dei problemi del Mezzogiorno hanno visto l’intervento polemico del governatore Rosario Crocetta che – in un intervento inatteso – ha attaccato il premier Matteo Renzi. «Non abbiamo bisogno dei soloni di Roma», dichiara Crocetta. Che sale sul palco a chiusura dell’assemblea, quando era previsto il discorso di chiusura del presidente del Consiglio, dopo qualche momento di tensione e imbarazzo sciolto solo grazie al presidente del partito, Matteo Orfini. «A Renzi vorrei dire: “Cosa fa Obama rispetto alle tre aree più degradate del paese?”. Non manda assistenzialismo. Non ne vogliamo di assistenzialismo», afferma il governatore. «Mandiamo qualcuno che fa una società di comunicazione o risolviamo con la banda larga? È meglio se diciamo agli imprenditori: “Venite e vi defiscalizziamo”».
«Oggi non voglio rappresentare il Sud dei piagnistei, ma quello dell’orgoglio, il Sud dei giovani disoccupati che non cacciano gli immigrati quando arrivano, ma fanno loro dei regali», prosegue Crocetta. «La Sicilia ha il 30 per cento degli immigrati ma non si lamenta, ha tagliato gli sprechi, compresi quelli dei farmaci, ha revocato 38 appalti mafiosi, ha denunciato la svendita del patrimonio regionale per un’operazione truffa di 500 milioni di euro: soldi rubati che stiamo cercando di recuperare».
Poi il presidente della Regione passa alla questione infrastrutture: «Se noi vogliamo coprire il gap strutturale ci vogliono 50 miliardi di euro per strade e ferrovie – sottolinea – Noi abbiamo cinque miliardi e mezzo di fondi europei in tre anni. Noi siamo passati da una rendicontazione dell’80 per cento in due anni, con il mio governo». Poi si rivolge direttamente al premier: «Quello che ti viene riferito, segretario, spesso è sbagliato».