Sono giorni di particolare tensione a livello nazionale, dopo la mancata votazione della fiducia da parte del Movimento 5 stelle. Anche nell'isola si alza il coro affinché l'attuale presidente del consiglio dei ministri vada avanti
Crisi governo, appello di 55 sindaci a Mario Draghi Meloni: «Istituzioni trattate come sedi dei partiti»
Sono 55 in sindaci siciliani – poco meno di uno su otto e in rappresentanza dell’area renziana – che hanno sottoscritto un appello rivolto al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, affinché rimanga a palazzo Chigi, trovando il modo di superare la crisi apertasi con la decisione del Movimento 5 stelle di non votare la fiducia al governo nel corso del voto al Senato per il decreto Aiuti. A livello nazionale sono giorni particolarmente tesi, dopo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rigettato le dimissioni di Draghi, chiedendo un confronto in Parlamento previsto per mercoledì. Il percorso di avvicinamento passa inevitabilmente dalle riflessioni all’interno dei partiti, M5s su tutti, e dalle considerazioni riguardanti la prospettiva di tornare al voto in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, prevista per la prossima primavera.
A criticare il gesto di rivolgere appelli al premier dall’alto delle proprie cariche istituzionali, sia per quanto riguarda i sindaci che anche in altre regioni d’Italia hanno preso la stessa iniziativa che di governatori regionali, è stata la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura. Le istituzioni vengono usate come sezioni di partito, si fa di tutto, pur di evitare il voto», ha detto Meloni che, tenendo conto dei sondaggi che vedono Fratelli d’Italia in ascesa, è senz’altro la leader più favorevole a un ritorno anticipato alle urne. A pensarla come Meloni è anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. «Da sempre crediamo che l’Italia abbia bisogno di un governo con un chiaro mandato popolare, coeso e con un programma condiviso dalle forze politiche che lo sostengono per risolvere i problemi concreti dei cittadini», si legge in una nota firmata oltre che da Musumeci anche dai presidenti di Abruzzo e Marche, Marco Marsilio e Francesco Acquaroli, tutti legati a Fratelli d’Italia. «È l’esatto contrario di quello che abbiamo visto in questa legislatura, caratterizzata da esecutivi nati nel Palazzo e appoggiati da partiti divisi su tutto. La crisi del Governo presieduto da Mario Draghi ne rappresenta solo il triste epilogo e non sottoscriveremo nessun appello affinché resti a Palazzo Chigi. Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo».
A unirisi in unico coro all’insegna della necessità di salvaguardare la stabilità sono stati i primi cittadini di centro piccoli e medi dell’isola. Nell’appello divulgato mancano le firme dei comuni più popolosi, a partire dalle città metropolitane. Fa eccezione Enna. Questi, invece, coloro che hanno deciso di rivolgersi a Draghi affinché rimanga: Filippo Tripoli, sindaco di Bagheria; Giuseppe Laccoto, sindaco di Brolo; Maurizio Di Pietro; sindaco di Enna; Giosuè Maniaci, sindaco di Terrasini; Luigi Bonelli, sindaco di Nicosia; Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca di Sicilia; Matteo Sciotto, sindaco di Santa Lucia del Mela; Pietro Aldegheri, sindaco di Campofelice di Fitalia; Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale; Rosario Petta, sindaco di Piana degli Albanesi; Rosario Rizzolo, sindaco di Misilmeri; Franco Ingrillì, sindaco di Capo D’Orlando; Giuseppe Virga, sindaco di Altavilla Milicia; Giovanni Giallombardo, sindaco di Ficarazzi; Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo; Tindara La Galia, sindaca di Gioiosa Marea; Gianluca Bonsignore, sindaco di Patti; Giuseppe Calabrò, sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto; Sebastiano Sanzarello, sindaco di Mistretta; Maurizio Zingales, sindaco di Mirto; Basilio Ridolfo, sindaco di Ficarra; Luigi Cino, sindaco di Camporeale; Luciano Marino, sindaco di Lercara Friddi; Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana; Michela Taravella, sindaco di Campofelice di Roccella; Angelo Conti, sindaco di Valledolmo; Giuseppe Minutilla, sindaco San Mauro Castelverde; Vito Rizzo, sindaco di Balestrate; Santo Cosentino, sindaco di Trappeto; Pietro Musotto, sindaco di Pollina; Antonio Miceli, sindaco di Vicari; Antonino Guccione, sindaco di Alia; Giuseppe Oddo, sindaco di Campofiorito; Giuseppe Solazzo, sindaco di Sclafani Bagni; Antonio Rini, sindaco di Ventimiglia; Michele Panzarella, sindaco di Aliminusa; Fortunato Basile, sindaco di Baucina; Giuseppe Cangialosi, sindaco di Cefalà Diana; Pier Calogero D’Anna, sindaco di Bompietro; Giuseppe Monteleone, sindaco di Carini; Nicolò Nicolosi, sindaco di Corleone; Francesco Di Giorgio, sindaco di Bisacquino; Leonardo Spera, sindaco di Contessa Entellina; Francesco Ribaudo, sindaco di Marineo; Giuseppe Terranova, sindaco di Montelepre; Giovanni Meli, sindaco di Collesano; Salvatore Di Carlo, sindaco di Caltavuturo; Nicolò Granà, sindaco di Palazzo Adriano; Francesco Agnello, sindaco di Villafrati; Gandolfo Librizzi, sindaco di Polizzi Generosa; Giuseppe Muffoletto, sindaco di Gratteri; Orazio Nevoloso, sindaco di Isola delle Femmine; Antonio De Luca, sindaco Giardinello; Salvo Geraci, sindaco di Cerda; e Luigi Iuppa, sindaco di Geraci Siculo.