Irritato dall'arbitraggio di Sacchi, l'addì del Catania rompe il silenzio stampa che durava da mesi. Lo fa per difendere il suo operato, attaccare l'arbitro (reo di avere fatto «il fenomeno» perché «influenzato dalle parole di Lotito») e i giornalisti catanesi, tacciati di mancare di umiltà. Spazio anche per le parole dell'allenatore Marcolin
Cosentino: «Faccio autocritica». Ma va all’attacco «L’arbitro fa il fenomeno, i giornali scrivono minchiate»
Al termine della partita contro il Crotone, pareggiata da Castro sull’1-1 a due minuti dal termine, il Catania rompe il silenzio stampa. Lo fa con l’amministratore delegato Pablo Cosentino, furioso verso l’arbitro Sacchi. Già all’intervallo, sceso appositamente in campo dalla tribuna, Cosentino, trattenuto a forza dal servizio d’ordine del Massimino, aveva lungamente inveito contro il direttore di gara. In sala stampa, il dirigente del Catania sfoga la sua rabbia e riversa ai microfoni le parole che l’arbitro potrebbe non avere recepito: «L’arbitro ha combinato un disastro. Tre rigori non concessi, espulsioni mancate, falli sempre a favore del Crotone. Quando ho cercato il confronto, a metà tempo, non ha risposto. Ha mantenuto un atteggiamento altezzoso, tipico di chi ha la consapevolezza di avere il potere. Mentre noi non possiamo fare un cazzo».
Sulla ragione di tale atteggiamento giudicato ostile, l’amministratore delegato del Catania insinua un dubbio: «Secondo me, nell’atteggiamento dell’arbitro c’entrano anche le parole dette in settimana dal consigliere federale Claudio Lotito a proposito delle squadre piccole, che non vorrebbe in A. Sembrava che per dimostrare di avere personalità e non risentire di quelle parole, l’arbitro fischiasse appositamente contro il Catania». Accuse che avranno un seguito, come preannuncia lo stesso Cosentino: «Esigiamo rispetto. Non vogliamo arbitri che facciano i fenomeni. Ho già chiamato il presidente della serie B, Abodi, appena terminata la partita. Lo incontrerò domani. Vogliamo tutela, non favoritismi. Se un mio giocatore sbaglia, io lo fermo. Vedremo cosa accadrà con questo arbitro. Non credo nella malafede, ma allora dovrebbe ricominciare ad arbitrare dai campionati interregionali».
Quindi, le invettive di Cosentino iniziano a deviare verso i giornalisti: «Ho rotto questo silenzio stampa per la rabbia verso l’arbitro. Ma in questi mesi è accaduto anche altro. Ventrone è stato massacrato dalla stampa. Dicevano che rompeva i calciatori. Abbiamo cambiato allenatore e nessun giocatore s’è più fatto male. Non dico che la colpa era di Sannino, ma il preparatore è rimasto lo stesso. Anche se il principale responsabile dello staff è l’allenatore». Dunque l’osservazione pungente rivolta alla stampa: «Io sono il primo che fa autocritica, dovreste farla anche voi per come avete trattato il professore Ventrone sui giornali». E rincara la dose: «Non abbiamo più fatto conferenze perché eravamo chiarissimi nell’esporre i fatti, ma i giornali poi scrivevano minchiate in continuazione».
Obiettivi stagionali? «Miriamo ai play-off ma dobbiamo pensare partita dopo partita con l’intenzione di vincerle tutte». Cosentino passa quindi a difendere quasi per intero il suo operato in ambito di trattative, come la paternità di ogni operazione di calciomercato: «Il mercato lo faccio io, solo io. Sono molto contento di tutte le scelte fatte, anche in estate. Abbiamo preso Escalante, che ci darà tanto nel futuro. Ho preso Calaiò, Rosina, Martinho e Rinaudo. A dimostrazione che abbiamo sempre puntato sugli italiani, non da gennaio». Quale l’errore che ha portato a nove arrivi e ben più partenze nel solo mese di gennaio? «Ho sottovalutato la composizione della zona centrale della difesa, in termini numerici. È stata anche questione di sfortuna che Rolin e Spolli risentissero di alcuni problemi fisici, così come Gyomber. Non ho nulla di cui giustificarmi». Motivo per cui ribadisce: «Io faccio grande autocritica, aiuta a crescere. Evidentemente i giornalisti non ne fanno». Ad altri quesiti della stampa, come sulla prosecuzione del silenzio fatta eccezione per lo sfogo verso l’arbitro, risponde tre volte: «Altre domande? Altre domande? Altre domande?».
Parla anche l’allenatore Marcolin, ma solo sulla gara: «Avremmo meritato di vincere ma questa non era la nostra serata ed è stata una vittoria riuscire a non perdere. La prestazione della squadra e gli applausi del pubblico certificano la sensatezza di questa impressione e mi rendono ottimista per il futuro. Questo Catania può battere chiunque, pure il Pescara».