Durante le ultime assemblee, stando a quanto ricostruito da MeridioNews, l'aria sarebbe già stata tesa. Le polemiche sarebbero nate intorno all'elezione del referente che sarebbe dovuto andare al congresso nazionale a Scampia e sulle modalità di rapprensentanza
Cosa c’è dietro la spaccatura delle Sardine catanesi Scontri tra fazioni: «Sistema democratico o fluido?»
Le Sardine catanesi non navigano in buone acque. «Tenere le mele marce al proprio interno troppo a lungo non conviene. Il gruppo che si è impossessato delle Sardine catanesi (sfruttando la beneamata democrazia delle assemblee) è un gruppo che non aveva alcun interesse ittico, anzi». È questa una parte del messaggio che sta rimbalzando tra le Sardine di tutta Italia, lo stesso in cui si dà notizia della nascita di una nuova pagina ufficiale delle Sardine siciliane. Nata dopo che due altre pagine Facebook collegate a loro sono state disconosciute dal coordinamento nazionale. Tutte le polemiche pare siano riconducibili a quanto accaduto in occasione delle ultime assemblee cittadine durante le quali è stato eletto il referente per andare al congresso nazionale che si sarebbe dovuto tenere a Scampia a marzo.
«Qualcuno si è impossessato strategicamente di un gruppo, isolando i suoi fondatori e chi ha lavorato alla piazza, chi ha ideato i flashmob, chi ha cercato di evitare che il movimento venisse ingoiato da un gioco politico fin troppo visibile condotto da parte del Pd e Cgil locali». Da quanto si legge nella nota, che adesso è stata pubblicata anche sulla neonata pagina Facebook, lo scontro sembra essersi consumato tra i fondatori e gli attivisti che si sono avvicinati e che erano già legati al Partito democratico e al sindacato. «Da tempo osserviamo all’interno di alcuni presunti gruppi di Sardine vecchie logiche di potere, strategie nascoste, sotterfugi. Per tale ragione – continua la nota – non riteniamo che l’attuale gruppo che si identifica nelle Sardine a Catania (la pagina Facebook Sardine di Catania e il gruppo Sardine Siciliane) rientrino nei valori e nello spirito del movimento e non riteniamo che possa far parte di alcun coordinamento, né provinciale, né regionale, né nazionale».
Le assemblee catanesi delle ultime settimane, stando a quanto trapela dall’interno del movimento stesso, sarebbero state caratterizzate da litigi e scontri tra fazioni. Persone che si sentono estromesse, altre che provano a estromettere. «Non è vero nulla! Ci avete isolato voi! – si legge nella vecchia pagina Facebook oggi disconosciuta – Abbiamo un gruppo ampio su Whatsapp di circa 60 membri dove ci sono quattro o cinque persone che fanno parte di sindacati e che cercano di darci una mano, essendo molti di noi alla prima esperienza politica. Ma poi scusate le Sardine non includevano tutti? Siamo amareggiati, non riusciamo a capire e chiediamo spiegazioni».
Qualche spiegazione, intanto, arriva dalla ricostruzione degli ultimi incontri delle Sardine catanesi quelle organizzate per scegliere il referente locale da mandare al congresso nazionale a Scampia. Durante la prima di queste assemblee, era stato eletto uno degli attivisti legato alla Cgil. Alcuni dei votanti, però, non sarebbero stati a conoscenza del fatto che dal nazionale era stato deciso che i referenti non avrebbero potuto avere ruoli in partiti o sindacati. Si torna così al voto, dopo un’assemblea di chiarimento dai toni piuttosto duri. Durante l’ultima assemblea di mercoledì scorso (convocata come sempre tra i membri di un gruppo su Whatsapp composto da una sessantina di membri e amministrato dai veterani), cambia l’eletto ma restano gli strascichi delle polemiche. Da una parte c’è chi sarebbe voluto arrivare a Scampia portando un sistema «più organizzato e fondato sulla rappresentatività di tutti i territori per potere fare scelte in modo più concertato e democratico»; dall’altra chi invece avrebbe voluto mantenere «il movimento più fluido e meno impostato».