Corso Martiri, nelle fosse tornano i nomadi Di Salvo: «I lavori non sono mai iniziati»

«Qui siamo punto e capo, anzi non è cambiato mai nulla e il passaggio alla nuova amministrazione ha solo causato il blocco dei lavori». Davanti alla rivendita di pezzi di auto di Filippo Gentile, all’angolo tra via Archimede e via Napoleone Colajanni, sorge una delle fosse di Corso Martiri della Libertà. Svuotata, poche settimane prima delle elezioni, dei nomadi che vi abtavano e ora nuovamente diventata casa per cinque famiglie di origine bulgara. Sul muro perimetrale è tornato uno squarcio, sul quale, dall’interno, è appoggiata una porta: il nuovo ingresso alla vecchia baraccopoli. Le case di lamiera, plastica e cartone non sono state mai portate via. E, in assenza di interventi di pulizia e dell’inizio reale dei lavori, era facile immaginare che sarebbero state presto ripopolate.

Qualcuno è tornato dopo breve parentesi in albergo o in patria. Qualcun altro è un nuovo arrivato. «Abitavo a Vaccarizzo e andavo a lavorare a Lentini – racconta un giovane padre di famiglia, accanto alla moglie e a un figlio piccolo – quando ho visto che non mi pagavano sono venuto a Catania, vivo nelle baracche da due settimane». Si è portato dietro anche i genitori. Come lui, altri quattro nuclei famigliari. Tutti di origine bulgara. E la fontana all’angolo di via Colajanni, complice il caldo, è tornata ad essere lavatorio e doccia allo stesso tempo per i nuovi/vecchi abitanti delle baraccopoli.

Una situazione che i residenti vivono con sempre maggiore esasperazione e sconforto. «Sembrava che i lavori fossero avviati – sottolinea Gentile – ma evidentemente a Bianco non piace il progetto di Cucinella e ha fermato tutto». L’unico intervento realizzato fino ad ora è stata la realizzazione di un nuovo muro perimetrale dal lato di Corso Martiri della Libertà. Ma le montagne di spazzatura restano a marcire sotto il sole, la puzza sale fino ai piani alti dei palazzi, insieme ai topi. «Non abbiamo finora incontrato i privati proprietari delle aree – spiega Salvo Di Salvo, assessore all’Urbanistica – quindi non avrebbero motivo per fermare gli interventi di pulizia stabiliti con la vecchia amministrazione. La realtà è che i lavori non sono mai partiti, il muro perimetrale è stato realizzato per dare un segnale alla vigilia delle elezioni, non sono stati ancora presentati i progetti esecutivi, né alcuna richiesta di concessione edilizia. Sto studiando la convenzione firmata, ma Corso dei Martiri non può essere considerato un caso isolato, ma inserito in una visione complessiva della città».


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Dopo poche settimane dallo sgombero leggero, cinque famiglie di origine bulgara sono tornate ad occupare una delle fosse del vecchio San Berillo. Uno squarcio sul muro perimetrale è il nuovo ingresso alla vecchia baraccopoli. «Sembrava che i lavori fossero avviati, ma evidentemente a Bianco non piace il progetto di Cucinella e ha fermato tutto», commenta un commerciante. La nuova amministrazione spiega di non aver ancora incontrato i privati proprietari delle aree e che è in corso uno studio della convenzione. Che, tuttavia, non convince

Dopo poche settimane dallo sgombero leggero, cinque famiglie di origine bulgara sono tornate ad occupare una delle fosse del vecchio San Berillo. Uno squarcio sul muro perimetrale è il nuovo ingresso alla vecchia baraccopoli. «Sembrava che i lavori fossero avviati, ma evidentemente a Bianco non piace il progetto di Cucinella e ha fermato tutto», commenta un commerciante. La nuova amministrazione spiega di non aver ancora incontrato i privati proprietari delle aree e che è in corso uno studio della convenzione. Che, tuttavia, non convince

Dopo poche settimane dallo sgombero leggero, cinque famiglie di origine bulgara sono tornate ad occupare una delle fosse del vecchio San Berillo. Uno squarcio sul muro perimetrale è il nuovo ingresso alla vecchia baraccopoli. «Sembrava che i lavori fossero avviati, ma evidentemente a Bianco non piace il progetto di Cucinella e ha fermato tutto», commenta un commerciante. La nuova amministrazione spiega di non aver ancora incontrato i privati proprietari delle aree e che è in corso uno studio della convenzione. Che, tuttavia, non convince

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