«E' un artista, firmerà l'opera, è solo una fase dialettica con i romani di Parsitalia». Concetto Bosco Lo Giudice, amministratore della Risanamento San Berillo srl, nega che su Corso dei Martiri ci sia «un incarico non formalizzato», come dichiarato dall'ufficio stampa dell'archistar pochi giorni fa. E mentre in città politica e cittadini chiedono chiarimenti al sindaco su quest'opera da oltre 200 milioni di euro, il 17 marzo, termine improrogabile per la consegna del progetto da parte dei privati, si avvicina e il caos regna sovrano
Corso dei Martiri, Fuksas si chiama fuori Bosco smentisce: «Ha già firmato»
Una bomba camuffata da trafiletto sul giornale locale: «Non abbiamo mai formalizzato l’accordo sul progetto del Corso dei Martiri». Firmato: l’ufficio stampa dell’architetto Massimiliano Fuksas. «Ma certo che se ne sta occupando, c’è la firma di Fuksas sui progetti», rispondono da Risanamento San Berillo srl, società che possiede il 25 per cento dell’area che da decenni aspetta di essere riqualificata con quasi 250mila metri cubi di concessione edilizia. E Concetto Bosco Lo Giudice, noto imprenditore catanese, fondatore di Tecnis spa insieme a Mimmo Costanzo e amministratore unico della Risanamento San Berillo, ha una semplice risposta allo sfogo dell’architetto: «È un artista, non vuole che si mettano in discussione le sue scelte. Siamo in una fase dialettica con il progettista, e forse chiederemo una proroga nei termini di consegna al Comune. Ma il progetto per noi è bellissimo, le asperità sono con i romani».
I «romani» sono quelli di Parsitalia spa, colosso dell’edilizia che fa capo all’imprenditore Luca Parnasi e che controlla le due spa catanesi Istica e Cecos. Insieme le due società per azioni possiedono circa il 73 per cento dell’area di Corso dei Martiri, dichiarata edificabile per un totale di 240mila metri cubi, alla quale si aggiungono la quote di Risanamento San Berillo e di alcuni piccoli privati.
Era il 6 agosto del 2009 quando veniva presentato il piano di massima per il Corso dei Martiri al consiglio comunale, alla presenza di Massimiliano Fuksas e del sindaco Raffaele Stancanelli. Da allora il nome del noto architetto è sempre stato associato al progetto. L’attuale accordo tra Comune e privati è il terzo dal 2008, anno del primo accordo stipulato tra amministrazione, retta allora dal commissario straordinario Enzo Emanuele e i privati, ed è basato sul secondo addendum voluto dall’attuale sindaco. Sì perché a settembre 2011, Stancanelli presentava quindi un’opera «ridotta di 130mila metri cubi di volumi rispetto all’accordo con il commissario, senza abbattere più la scuola Pascoli». Il sì dei privati alla modifica è arrivato il 17 novembre davanti ai giudici del Tar, con scadenza dei termini di consegna del progetto per il 17 marzo 2012, quindi tra poco più di dieci giorni.
Ma sarà Fuksas a firmare il progetto? L’amministrazione comunale non ne è più tanto sicura: «Noi abbiamo solo espresso gradimento per la scelta di Fuksas, con una delibera» – ci dicono – dall’ufficio stampa dell’archistar confermano quanto dichiarato con un «non ci sono altre comunicazioni in merito da sabato». Nessun dietro front dunque: «Lo studio Fuksas non si sta occupando del progetto». E tuttavia, al Comune, dove tra oneri concessori, di urbanizzazione e dalla cessione di 165 alloggi da parte dell’Istica in zona San Leone (il cosiddetto San Berillo nuovo) contano di incassare parecchi milioni di euro grazie all’opera, non si scompongono: «Se a firmare il progetto non sarà Fuksas dovrà essere un altro nome all’altezza, altrimenti il 17 marzo non approveremo un bel niente», fa sapere l’amministrazione. Ma se il progetto non dovesse essere approvato, potrebbe ripartire il contenzioso tra Comune e privati durato per la maggior parte dei cinquantasei anni dallo sventramento.
La società civile a cui il progetto, anche a cubature ridotte, non è mai piaciuto è sul piede di guerra e le opposizioni attaccano, prima con Sel e adesso con il Pd che chiede al sindaco di «parlare chiaro su Fuksas».
Fuksas o non Fuksas, la prospettiva della mancata approvazione del progetto per Bosco Lo Giudice è comunque remota. «Spero proprio che non ci sarà un nuovo contenzioso afferma l’imprenditore Anche perché abbiamo fatto tutto per dare un’opera moderna alla città, da grande capitale europea». L’imprenditore fa una stima dei costi dell’opera «La cifra è superiore ai 200milioni di euro, ma non si arriva ai 250 di cui si è parlato» e tenta anche di dare una risposta sui tempi: «Se otterremo l’approvazione del progetto inizieremo i lavori tra fine 2012 e inizio 2013, per finirli presumibilmente nel 2015». In attesa del 17 marzo, su San Berillo l’incertezza regna sovrana.