L’affaire SeeSicily sembrava solo un brutto ricordo per il centrodestra siciliano, qualcosa da circoscrivere a una leggerezza, per così dire, del governo Musumeci. Ci hanno però pensato gli stessi ex componenti dello scorso esecutivo regionale a far rivivere il fantasma di uno degli ultimi atti finiti sotto alla lente della Corte dei Conti, sul fronte del turismo, quasi in contemporanea col successivo pasticcio: quello che ha riguardato lo stand della Sicilia al festival del cinema di Cannes, che è costato lo switch di poltrone tutto intestino ai patrioti, tra gli assessori Francesco Paolo Scarpinato, passato dal Turismo alla Cultura ed Elvira Amata, che ha invece fatto il percorso inverso. Ma andiamo per gradi.
Il buco nero SeeSicily voleva essere un’iniziativa per promuovere il turismo in una Sicilia che aveva bisogno di rinascita dopo la pandemia – risale al 2021 -, con un programma basato su due livelli: il primo era quello della promozione sui media nazionali; il secondo prevedeva un sistema di voucher, erogati attraverso le agenzie, per una notte omaggio nelle strutture convenzionate dell’Isola ai turisti che ne prenotavano almeno tre. Oltre a sconti vari su biglietti di ingresso ai siti di interesse e altre agevolazioni. Dei 75 milioni di euro stanziati, tuttavia, solo l’1,6 per cento è stato utilizzato per i voucher, mentre la campagna di comunicazione è stata stroncata dall’Audit, che ha contestato violazioni nel codice degli appalti, con affidamenti diretti delle campagne ai media.
A scoperchiare il vaso di Pandora era stato il deputato del Movimento 5 stelle Luigi Sunseri, lo stesso che ora fa notare una serie di dettagli. Papà di SeeSicily era infatti Manlio Messina, allora assessore al Turismo sotto il governo Musumeci, ora astro nascente dei vertici di Fratelli d’Italia al parlamento nazionale. Lo stesso che ha organizzato questo fine settimana Italia, le radici della bellezza, il megasummit di Fratelli d’Italia in cui i meloniani al gran completo hanno mostrato muscoli da primo partito di coalizione e rilanciato un nuovo spirito moderato volto alla cultura, all’arte e alla bellezza, quanto meno nelle intenzioni. Evento giunto alla seconda edizione, che ancora una volta si è svolto al Brucoli Village, il resort a cinque stelle del gruppo Mangia, costruito con vista sul mare del Siracusano.
«Il Brucoli Village, casualmente, fu la struttura a incassare più soldi per l’operazione SeeSicily: quasi 200mila euro – fa notare Sunseri – Soldi che dovevano servire per l’erogazione di voucher gratuiti per i turisti e che la struttura ha incassato quasi integralmente, pur ponendosi però tra le prime in Sicilia a non utilizzare i voucher. Per l’esattezza non sono stati sfruttati 1529 voucher su 2352, per un valore netto di quasi 130mila euro. E, sempre casualmente, questi incontri di Fratelli d’Italia si tengono al Brucoli Village. E, ancora casualmente, solamente dopo la fine di SeeSicily».
Alla fine il buco lasciato nelle casse della Regione da SeeSicily si aggira attorno ai dieci milioni di euro. Nessuna struttura ha reso i finanziamenti incassati attraverso il programma e non utilizzati, ma d’altronde la restituzione non era prevista all’interno dell’avviso. Una «polemica strumentale» quella di Sunseri, secondo il fronte di Fratelli d’Italia, che ricorda come fu lo stesso Manlio Messina a scagliarsi pubblicamente contro chi non aveva utilizzato i finanziamenti per i voucher. Il capitolo SeeSicily, per il resto, sembra essere solo un lontano ricordo, anche se il suo fantasma continua a infestare il panorama politico e i conti della Regione, che sul fronte del turismo continua a restare saldamente nelle mani dei meloniani.
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