Ancora un altro freno al regolamento comunale sugli impianti pubblicitari. A distanza di un mese da quando l’aula consiliare di Palazzo degli elefanti ha iniziato a trattare l’argomento, continua a mancare il numero legale dei politici per l’approvazione o il rigetto di un atto atteso da oltre dieci anni. Il documento rischia di generare l’ennesimo impasse del Consiglio etneo, bloccato da una delibera che per l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando era pronta al voto già cinque mesi fa. A determinare l’ultimo stop però non sarebbe il merito del regolamento – già in trattazione e fermo alla valutazione del quarto emendamento – ma gli scossoni politici degli ultimi giorni, primo su tutti le dimissioni dell’assessora al Commercio e al centro storico Angela Mazzola. Deleghe che per il momento sono state assunte dal sindaco Enzo Bianco ma all’assegnazione delle quali pare corrono principalmente due gruppi: Articolo 4, l’area che a livello regionale fa riferimento a Luca Sammartino e Valeria Sudano, e Catania Futura che ha i suoi referenti siciliani in Nicola D’Agostino e Nico Torrisi. Un braccio di ferro di cui a fare le spese sarebbe stato ieri il regolamento sugli impianti pubblicitari.
Nella riunione cittadina di ieri sera, alla votazione dei verbali delle sedute precedenti, i consiglieri presenti oscillavano tra 24 e 26. Molto partecipata è stata anche la fase delle comunicazioni alla giunta, rappresentata da quattro assessori su otto. Il numero dei politici registrati alla votazione dei verbali sarebbe stato più che sufficiente a valutare la delibera sulle affissioni pubblicitarie, incardinata solo qualche minuto dopo dalla presidente Francesca Raciti. Che appena rimette all’aula il giudizio sul quarto emendamento – proposto dal consigliere Salvatore Tomarchio – è costretta a rimandare la riunione per mancanza del numero minimo dei votanti. A uscire dall’aula, dopo un veloce meeting ai bordi dei banchi della maggioranza, sono alcuni esponenti di Articolo 4, che prova la sua forza sull’amministrazione e su una maggioranza ormai sfilacciata. A guidare il gruppo è il consigliere Nuccio Lombardo, il cui nome si vocifera nei corridoi di Palazzo degli elefanti proprio per il dopo Mazzola. La mossa non passa inosservata all’altro partito che vorrebbe guidare il delicato assessorato al Commercio, Catania Futura.
Sparuto in prima chiamata, alla ripresa della seduta Catania Futura vede tutti i propri componenti seduti sui loro scranni e pronti a garantire il numero legale. Il braccio di ferro tra i due partiti politici è scandito dalla campanella suonata per più di venti minuti dalla presidenza del consiglio, mentre i capigruppo sono tutti attaccati ai loro cellulari per richiamare in aula o allontanare i propri componenti, fornendo la linea politica dell’ultimo minuto. In ballo oltre all’assessorato dell’ex Mazzola ci sono anche gli equilibri politici delle elezioni amministrative in diversi comuni dell’hinterland etneo, in cui la sfida Articolo 4-Pd non è nemmeno troppo in ombra. Richiamati a pronunciarsi sul quarto emendamento, quando sembrava che il numero legale fosse più che garantito, i politici catanesi ieri sera si sono fermati stupiti nell’osservare l’uscita dall’aula di due componenti della maggioranza, Nino Vullo ed Ersilia Saverino, entrambi del Partito democratico. L’opposizione ha espresso il proprio sgomento gridando più volte «Vergogna!». Una mossa, quella del compagno di banco di Niccolò Notarbartolo e della pasionaria del Comune di Catania, che potrebbe creare delle conseguenze dentro e fuori dalla maggioranza. La trattazione del regolamento sulle affissioni pubblicitarie è rimandata a questo pomeriggio.
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