Consiglio comunale straordinario per la crisi istituzionale: «Chi starà sulla carrozza del Senato per Sant’Agata?»

«Chi ci mettiamo sulla carrozza del Senato?». È una battuta sarcastica quella con cui esordisce il consigliere comunale del Movimento cinque stelle Graziano Bonaccorsi che è il primo firmatario della richiesta di seduta straordinaria del Consiglio comunale per affrontare l’emergenza per la crisi istituzionale al Comune di Catania. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’avvio del procedimento di revoca del commissario straordinario Federico Portoghese – che non è presente nell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti a differenza del suo vice Bernardo Campo – da parte della Regione. La stessa che lo aveva nominato e che, qualche giorno fa, ha dato parere negativo in merito ai requisiti per continuare a restare in carica. «La nona città d’Italia vive una crisi profonda – afferma Bonaccorsi – Il rischio è che, senza governance, si torni nel caos che già regnava». Da quando le gocce hanno cominciato a riempire il vaso. Prima le dimissioni del sindaco Salvo Pogliese, già sospeso dopo la condanna in primo grado per peculato nella vicenda delle spese pazze all’Ars. Nello stesso vaso, finisce anche la revoca dell’incarico alla segretaria generale del Comune Rossana Manno da parte del commissario straordinario. «Forse ci sono malumori nel centrodestra?», si chiede il consigliere Bonaccorsi precisando che si tratta «solo di supposizioni».

Il rischio dell’immobilità in città e, per di più, a poco più di due settimana dall’appuntamento più sentito: la festa di Sant’Agata. La prima edizione dopo le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 e con le dimissioni, circa un mese fa, di quattro componenti su sei del comitato dei festeggiamenti. E si assottiglia la separazione Stato-Chiesa visto che, proprio oggi pomeriggio, è arrivata una nota firmata dall’arcivescovo Luigi Renna. Un appello per «auspicare che tutte le parti istituzionali coinvolte possano trovare una via per arrivare a una soluzione condivisa del problema». Anche il responsabile della diocesi ricorda «le sfide importanti che ci attendono nei prossimi mesi». Nessun riferimento ai festeggiamenti per la patrona ma «le elezioni amministrative e i progetti per il Pnrr. È urgente che si mettano in campo scelte politiche lungimiranti e di alto profilo, nella competenza e nella moralità – aggiunge l’arcivescovo Renna – perché la nebbia che avvolge Catania si possa diradare e la città possa rialzarsi e stare in piedi».

«La città è in uno stato di totale abbandono, pietoso. È una vergogna, non c’è una sola cosa che vada bene», rincara la dose il consigliere Alessandro Campisi (Mpa) prima di lasciare la parola al collega Luca Sangiorgio (Una scelta d’amore per Catania) che inizia con un climax delle disgrazie che si sono abbattute sulla città di Catania prima di quelle che hanno determinato quest’ultima crisi: «Pandemia, dissesto, terremoti, catastrofi naturali, poi la sospensione del sindaco. Senza una legge – la Severino – folle e incostituzionale non saremmo qui». Un riconoscimento al commissario Portoghese per il «dinamismo con cui ha dato prova di volere risolvere certe questioni in città – ammette Sangiorgio – E poi si è abbattuta questa ennesima catastrofe». È Lanfranco Zappalà, già candidato a sindaco di Catania, a sottolineare che la seduta «diventa uno sfogatoio perché nessuno può rispondere alle richieste e alle perplessità». Prima fra tutte: se il commissario straordinario sarà revocato, «tutti gli atti che abbiamo votato, saranno illegittimi?». Intanto, a rispondere è il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi: «Chiederemo all’avvocatura della Regione di fornisci tutti gli elementi».

Approvati diverse mozioni e un ordine del giorno per un tavolo prefettizio per monitorare la situazione di crisi sulla situazione politico-amministrativa della città che «ha colto di sorpresa l’intero Consiglio comunale – afferma il consigliere Orazio Grasso (Mpa) – che non è stato avvertito, ma ha appreso tutto dalla stampa». Un quadro complicato a pochi mesi dal voto. «Avevo auspicato – ricorda il consigliere Salvo Di Salvo – che la città andasse al voto insieme a Palermo (nel giugno del 2022, ndr). Perché quella che stiamo vivendo è una storia già scritta». Come la riflessione che legge la consigliera di Prima l’Italia Sara Pettitato che, dopo un parallelismo con il settore medico-sanitario, si chiede: «L’ex presidente della Regione Nello Musumeci, quando ha dato l’incarico al commissario straordinario, era convinto di stare nominando un amministratore di condominio? Perché non ha verificato prima i requisiti di Portoghese?».

Un applauso fa prendere fiato all’aula consiliare quando il presidente della commissione Bilancio Santi Bosco inizia il proprio intervento facendo i complimenti alle forze dell’ordine per l’arresto del boss stragista latitante per trent’anni Matteo Messina Denaro. «Mi tocca, perché ho una parentela stretta con un carabiniere dei Ros», sottolinea il consigliere Bosco prima di passare al punto all’ordine del giorno. Per il consigliere Manfredi Zammataro è «sospetta la tempistica di tutta questa vicenda. E io avrei aspettato le controdeduzioni di Portoghese per questa seduta dell’unico organo rappresentativo di questa città priva di ogni guida politica». Ad auspicare che cambi rispetto a quella degli ultimi mesi è il consigliere della Lega Giuseppe Gelsomino: «Spero che Portoghese, se deve dire la sua, faccia in fretta perché ogni ora peggiora la situazione della città – lamenta facendo una similitudine con una sedia rotta che è difficile da riparare – A noi della politica non ci interessa niente, ci interessa la città».

Elenca tutta la sua lunga esperienza istituzionale Enzo Bianco – che, dopo le parole allusive pubblicate in un post su Facebook, non ha ancora chiarito se continuerà come candidato sindaco – prima di affermare che «non ho mai visto nulla di simile prima. È una vicenda incredibile, aberrante, che non sarebbe mai accaduta in nessun’altra Regione». Guarda già al futuro il consigliere Daniele Bottino (Catania 2023) nell’augurarsi che «il prossimo commissario straordinario sia catanese o che abbia almeno avuto a che fare con Catania. In ogni caso – precisa – non avrà nemmeno il tempo di mettere mano alla macchina dell’ente, che si arriverà alle Amministrative». E si potrà ricominciare a contare le gocce per riempire il prossimo vaso.


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