Consiglieri fannulloni? «Si timbri cartellino» Saro D’Agata: «Non siamo dipendenti»

Una drastica soluzione alla cronica mancanza del numero legale in aula. In tempi di antipolitica, la proposta del consigliere Francesco Navarria (gruppo misto) sembra destinata a suscitare vasti consensi nell’opinione pubblica. L’idea è quella di far timbrare il cartellino ai consiglieri comunali a metà seduta. Altrimenti, niente gettone di presenza.

L’occasione per il cambiamento potrebbe fornirla l’approvazione del nuovo regolamento del consiglio comunale di Catania. Approvato nel 1985, è tanto obsoleto che, secondo il testo, a presiedere il consesso è ancora il sindaco. Il 19 maggio l’assemblea cittadina è stata chiamata per la prima volta a discutere l’approvazione del nuovo testo, che prevede, oltre all’adeguamento normativo al testo unico sugli enti locali, anche alcune modifiche di peso. Quattro le principali novità: introduzione della figura del consigliere aggiunto per gli extracomunitari residenti, il gettone di presenza al posto del rimborso, la possibilità di poter creare gruppi consiliari con un solo membro e l’obbligo di partecipare alle sedute.

Numerosissimi gli emendamenti presentati, tanto che la seduta è stata rinviata a nuova data, ancora da decidere, proprio per permettere di esaminarli tutti. E tra questi quello del consigliere Francesco Navarria, ex Pdl, da due anni nel gruppo misto, sta facendo discutere perché, in modifica all’articolo 24 del nuovo regolamento, che prevede il gettone solo per chi partecipa alle sedute, vorrebbe anche far timbrare un cartellino a metà seduta a chi siede in consiglio. «Ho ricevuto molte critiche, qualcuno ha definito la mia proposta come “antipolitica”», spiega Navarria, secondo il quale la proposta è motivata dall’andazzo generale del Consiglio: «Purtroppo in Consiglio comunale la mancanza del numero legale è una costante». Eppure, secondo lo statuto del comune di Catania approvato nel 1995, i consiglieri avrebbero già l’obbligo di comunicare per iscritto l’abbandono dell’aula, con orario e motivazione, assenze che andrebbero ad arricchire l’albo delle presenze in consiglio liberamente consultabile dai cittadini. Ma entrambe le disposizioni non state recepite dalla nuova bozza.

«I colleghi che lavorano costantemente mi hanno invece fatto i complimenti per la proposta», continua Navarria. Ma la sua proposta non convince proprio Saro D’Agata, veterano dei consiglieri e capogruppo del Pd, noto per la sua partecipazione attiva al consiglio comunale. «Non sono daccordo, è una boutade: non siamo dipendenti comunali. Se abbiamo lavorato bene lo devono stabilire gli elettori, e per questo serve trasparenza» dichiara D’Agata. Per  il consigliere del Pd, sono ben altre le regole da modificare nella bozza di regolamento, come quella che prevede la possibilità di costituire un gruppo anche con un solo consigliere eletto.In sostanza, una persona avrebbe diritto a fare “gruppo a sé” con tanto di rimborsi e contributi. Oggi il limite minimo per costituire un gruppo è di tre consiglieri, mentre i partiti con rappresentanza minore devono necessariamente andare a far parte del gruppo misto.

«Credo non sia una proposta sbagliata» dichiara invece Navarria, secondo il quale questa regola non sarebbe in contrasto con la sua proposta del cartellino per le presenze. «La regola è differente da come è stata presentata sui giornali – spiega il consigliere del gruppo misto – Vale solo nel dopo elezioni: ad esempio io non potrei lasciare il gruppo misto per formarne un altro da solo».

L’emendamento sul cartellino di presenza e tutti gli altri presentati dai consiglieri saranno valutati nella prossima conferenza dei capigruppo, che stabilirà una nuova data in cui votare nuovamente. «Ma la data non si saprà prima della settimana prossima» conclude Navarria.


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Il regolamento del consiglio comunale di Catania va aggiornato: risale al 1985. E fra le proposte per rinnovarlo arriva quella di Francesco Navarria, consigliere del gruppo misto, contro la cronica mancanza del numero legale: «Per percepire l'indennità, timbriamo il cartellino a metà seduta». Una proposta che non convince i consiglieri, compreso l'iper-presenzialista Saro D'Agata (Pd)

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