Al centro dell'incontro per la Giornata della memoria - tenutosi all'ex monastero dei Benedettini - il ricordo della figura di Giorgio Perlasca, attraverso le parole del figlio Franco. Un "Giusto tra le Nazioni" che ha salvato migliaia di ebrei ungheresi nel 1944
Conoscere il passato, costruire il futuro
Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere opporsi, eventualmente, a violenze del genere. Questa è una delle affermazioni di Giorgio Perlasca durante lintervista con Giovanni Minoli per Mixer 1990, determinante per capire lesperienza di un Giusto tra le Nazioni, pensiero discusso e ribadito durante lincontro di lunedì 28 gennaio allex monastero dei Benedettini in onore della Giornata della Memoria, istituita recentemente da una legge italiana in ricordo delle persecuzioni al popolo ebraico. Ospite donore Franco Perlasca, affiancato dal prorettore Antonio Pioletti, dai presidi delle facoltà di Lettere e Lingue – Enrico Iachello e Nunzio Famoso – e da Rosario Mangiameli, presidente dellIstituto Siciliano per la Storia Contemporanea (Issico). La conferenza inzia con un lieve, accademico ritardo. Lauditorium è colmo di studenti e docenti, tutti inquieti, impazienti di iniziare lincontro. Intanto, sullo schermo allestito per l’occasione si susseguono immagini di interviste con Giorgio Perlasca, scelte dal film interpretato da Luca Zingaretti e altre curiosità.
Finalmente arriva lospite donore della mattinata, accolto da un caloroso applauso. Il prorettore esordisce affermando che non è mai troppo tardi, riferendosi allorganizzazione dellevento in ricordo dello sterminio ebraico, la tragedia che maggiormente ha caratterizzato la seconda guerra mondiale. Il fulcro dellincontro non riguarda la conoscenza dellorrore della shoah ebraica e del coraggio di uomini affermatisi in quel periodo, bensì il sapere dellaccadimento della vicenda e dei suoi protagonisti inteso come crescita personale, come acquisizione di una cultura diversa, quella della consapevolezza degli eventi storici come esempio per la vita presente, come base sulla quale poter costruire la civiltà del domani; Non dobbiamo scendere solo sul piano del ricordo, altrimenti cosa resterebbe di ciò che studiamo? Questo è un argomento che non muore nella storia obietta a questo proposito il preside della facoltà di Lingue e letterature straniere in seguito alle parole del prorettore Pioletti: La Shoah devessere impressa nella memoria collettiva.
Il discorso di Franco Perlasca conclude lincontro. Il rappresentante della fondazione Giorgio Perlasca, nonché figlio del protagonista di una delle vicende di salvezza del popolo ebraico, afferma quanto è importante ricordare i fatti storici e le figure che non si voltarono dallaltra parte: l’obiettivo della Fondazione è la diffusione di questi avvenimenti tramite molteplici iniziative culturali.
Franco Perlasca fornisce esaurienti informazioni sulla Fondazione, sulla vita di suo padre ed eventi storici del tempo, notizie ignote a gran parte della gente, come per esempio il fatto che circa 420 persone oltre Perlasca hanno rappresentato i Giusti della Nazione Italiana: I giusti non agiscono per protagonismo o ricompensa, ma per dovere di uomini spiega Perlasca, citando successivamente lesempio di un grande uomo, famoso anchesso per aver salvato le vite di molti ebrei: Oskar Shindler non è un giusto, bensì un eroe, per aver raccontato la sua storia.
Giorgio Perlasca mantenne il silenzio sulla sua avventura durante tutta la vita. Nessuno seppe la vera storia della sua esistenza dopo quel fine novembre del 1944, mese in cui Sanz Briz, ambasciatore spagnolo, dovette lasciare Budapest. Perlasca decise di sostituirlo, diventando regolare cittadino spagnolo possessore di un regolare passaporto intestato a Jorge Perlasca. Inizia così la sua memorabile intrepida vicenda di salvataggio di un cospicuo numero di 5218 ebrei ungheresi. Nemmeno la sua famiglia ne era a conoscenza, solo grazie alla testimonianza di alcune donne ebree ungheresi – vittime in giovinezza della furia delle persecuzioni naziste – e di altri salvati, di libri, giornali, mezzi di comunicazione, il mondo conoscerà l’opera da lui compiuta. Dopo ciò, Giorgio Perlasca intraprese il giro di varie scuole, per diffondere il suo forte messaggio di solidarietà contro la follia. Mori il 15 agosto 1992, sepolto a Maserà, poco distante da Padova. Affiancata alle date, nella terra dovè sepolto, una scritta in ebraico: Giusto tra le Nazioni.
Link:
http://www.giorgioperlasca.it/intro.html http://www.nostreradici.it/giorgio_perlasca.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Perlasca