«Gli organismi di garanzia esistono in un partito e tutti possono rivolgercisi. Sono stati fatti dei rilievi e sono stati presentati alla commissione di garanzia, che domenica scioglierà definitivamente la partita. Noi andiamo avanti tranquilli, sperando di poter tornare quanto prima a parlare di politica e dei problemi della regione». Si inizia a sgonfiare il […]
Congresso Pd, Barbagallo spedito verso la riconferma: «Domenica si pronuncia la commissione di garanzia»
«Gli organismi di garanzia esistono in un partito e tutti possono rivolgercisi. Sono stati fatti dei rilievi e sono stati presentati alla commissione di garanzia, che domenica scioglierà definitivamente la partita. Noi andiamo avanti tranquilli, sperando di poter tornare quanto prima a parlare di politica e dei problemi della regione». Si inizia a sgonfiare il caso della guerra civile interna al Partito democratico, dopo mesi di polemiche, anche urlate e alla fine l’ultima lotta a colpi di carte bollate, per impedire la rielezione a segretario regionale di Anthony Barbagallo, segretario uscente e deputato nazionale dell’area vicina a Elly Schlein.
Ma andiamo per gradi. Tutto ha inizio con l’approvazione del regolamento del congresso. Le liti, anche piuttosto plateali e il delinearsi dei due macrofronti: uno, quello che fa capo a Barbagallo, in linea con la direzione nazionale, l’altro, che raccoglie buona parte dei deputati regionali Dem, più altri big del partito siciliano, come Giuseppe Lupo e Teresa Piccione, di impronta per lo più bonacciniana, anche se non proprio in grado di trovare una quadra e un’intesa che mettesse tutti insieme, se non l’avversione per il fatto che a eleggere il segretario sarebbero dovuti essere solo gli iscritti al partito e non si sarebbe pensato alle primarie aperte a tutti. E infatti al momento di presentare le candidature, mentre Barbagallo, come prevedibile, ha avanzato la sua proposta, con tanto di lista dei 300 individuati per comporre la futura assemblea regionale del partito, il primo livello di discussione a livello dirigenziale del partito regionale, dall’altra parte non sono state avanzate candidature, ma ricorsi. Con gli oppositori che hanno preferito una sorta di Aventino per protesta.
Eppure una candidatura c’era, quella di Antonello Cracolici, che in passato si era smarcato tanto dalla prima quanto dalla seconda corrente, che tuttavia non solo non è stato preso in considerazione da Roma, ma ha dovuto costatare anche un’insufficienza nei numeri, visto il bacino da cui in via teorica proviene lo zoccolo duro delle preferenze di Barbagallo. Da qui il passo indietro da parte del decano dei deputati Dem all’Ars. Intanto sono partiti i primi congressi a livello locale, con un’affluenza vicina al novanta per cento. Oggi si sono riunite le commissioni congressuali e la macchina va comunque avanti senza particolari intoppi.
I contestatori aspettano in ogni caso il pronunciarsi della commissione di garanzia, disconoscendo il regolamento. «Stumpo è stato mandato in Sicilia con una delibera votata dalla direzione nazionale: è il commissario ad acta del congresso col compito di fare rispettare il regolamento approvato – dicono dall’area Bargaballo – Questo impedisce di rivolgersi a commissioni di garanzia per altri fatti? Certo che no, ma su questo nessuno può dire niente».