Mancava solo lui all'incontro pubblico organizzato dalla diocesi. E il fondatore della lista SìAmo Palermo rincara la dose, annunciando di voler andare in Procura «contro il Comune, il segretario generale e tutti i consiglieri comunali uscenti, tranne uno»
Confronto tra candidati, polemica per esclusione di Troja In arrivo esposto contro la mancata autentica delle firme
«Io non sono stato invitato al confronto pubblico tra i candidati. Ho inviato una mail alla diocesi che mi ha risposto cosi: Abbiamo coinvolto i candidati che vedevamo. A voi le conclusioni…». È lo sfogo su facebook di Tony Troja, candidato sindaco con la lista SìAmo Palermo alle prossime elezioni amministrative del capoluogo e, a quanto si legge, escluso dalla manifestazione organizzata al teatro don Bosco Ranchibile per il primo confronto tra i candidati con monsignor Corrado Lorefice. L’iniziativa è stata organizzata dalla Rete sinodale della Comunicazione, cultura, educazione e pastorale sociale e del lavoro (CEC). E ai sostenitori che lo hanno incoraggiato su Facebook ad andare comunque all’incontro, aperto al pubblico, Troja ha replicato di aver già concordato un’intervista con una radio. Un malinteso, pare, con la diocesi, «certo trovo assurdo che da Milano un mio contatto sappia chi sono i candidati, mentre la diocesi di Palermo no», incalza Troja.
Successivamente in un video su Facebook postato a tarda sera ha annunciato di voler fare un esposto in procura sulla raccolta firme: «Il primo giorno utile è il 2 maggio e andrò in procura per fare un esposto contro il Comune, il segretario generale e tutti i consiglieri comunali uscenti tranne uno, in pratica non vogliono mettermi a disposizione nessuno per autenticarle. Ho dodici giorni per raccogliere ancora le firme, ma manca la persona in grado di autenticarle (e Troja passa in rassegna con nomi e cognomi in qualche caso chi si è sottratto). Ho pagato 100 euro a un funzionario del tribunale che non mi ha rilasciato né la ricevuta né le firme, e se accerto che non ha agito correttamente o non mi risponde a breve denuncio anche lui. Ho la coscienza pulita, sono sereno se non mi posso candidare è per colpa della politica marcia che vi sta amministrando e rappresentando con gli altri partiti. La mia è l’unica lista – prosegue – che non ha big, voi avete imbarcato cani e porci. Siete ridicoli, vergognosi, ma almeno datemi la possibilità di competere, non dico ad armi pari. Evidentemente vi sottraggo qualche voto».
Troja aggiunge poi di aver speso «dal 9 gennaio 208 euro per la propria campagna elettorale, non ho stampato un manifesto, sono uno schiaffo alla miseria» infine, l’affondo al candidato Ismaele La Vardera, che non nomina: «Mi pare di aver sentito qualcuno al dibattito che diceva di voler amministrare Palermo come un buon padre di famiglia – ha aggiunto Troja – ci sta, ma se uno dice una cosa durante la campagna elettorale esattamente uguale a quella di un altro deve averla già sentita, no? Il vero candidato? Sono io, perché sono candido». Poi l’annuncio finale sul voto alle primarie: «Il Pd mi fa schifo e se devo spendere due euro per le primarie so che poi dovrò spenderne altri 20 in cose più belle, ma spenderò questa cifra per votare Emiliano. A me Renzi non piace e se ho la possibilità di votare qualcuno che non sia lui, lo faccio, anche se è del Pd».