Comunali Siracusa, verifiche sulla lista degli impresentabili Tra scandali, arresti e parenti. Scambio di persona su Spinali

Manca poco più di una settimana alle elezioni amministrative di Siracusa e a tenere banco, più che i temi, sono le ombre sulle liste dei candidati al consiglio comunale. In principio è stato il deputato regionale del Movimento cinque stelle Stefano Zito, che ha inviato una lettera alla commissione regionale antimafia per chiedere di aprire un’istruttoria urgente e degli incontri con il prefetto di Siracusa Giuseppe Castaldo. Il passo successivo lo ha fatto il coordinatore dei Verdi Giuseppe Patti, che ha chiesto l’intervento della commissione antimafia nazionale inviando la richiesta, per conoscenza, anche alla procura aretusea. E gli uffici giudiziari hanno subito risposto, «mettendo in moto la macchina investigativa per verificare le autocertificazioni dei candidati in modo da garantire chiarezza e trasparenza», spiega Patti a MeridioNews.

«Un’azione che tutti i partiti e le liste civiche avrebbero già dovuto compiere – continua – tenuto conto del fatto che quello di Siracusa è stato, negli ultimi anni, il consiglio comunale più indagato d’Italia». Patti parla di «questione etica e morale» e si rivolge ai candidati sindaco affinché non puntino a «vincere le elezioni con qualsiasi mezzo, inserendo in lista soggetti su cui c’è anche solo il rischio di intercettare un voto non libero». Gli fa eco il candidato a sindaco Fabio Granata – già vicepresidente della commissione nazionale antimafia – che ha fatto sapere di avere consegnato ieri al prefetto un elenco di nomi di candidati, secondo lui «non in linea con il codice etico antimafia». E alle tante richieste non stanno mancando le risposte: il prefetto ha già chiesto i casellari giudiziari di tutti i candidati e la commissione regionale antimafia sta analizzando alcune liste. Anche se, dal quadro emerso finora, pare si possa parlare più che altro di criminalità comune e non organizzata.

Fra i candidati che in passato hanno avuto a che fare con la giustizia c’è Paolo Strazzulla (nella lista Progetto Siracusa con Reale sindaco). È il marzo del 2006 quando, nell’ambito dell’operazione Domino, viene arrestato con l’accusa di appartenere a un’organizzazione che avrebbe gestito il traffico di droga in provincia di Siracusa, in particolare a Solarino. Chiusa la vicenda, Strazzulla è stato scelto dai cittadini come consigliere della circoscrizione Grotta Santa, di cui è stato presidente. Negli stessi anni, a sedergli accanto è stato Dario Baio (lista Amo Siracusa in sostegno di Ezechia Paolo Reale sindaco), anche lui oggi in corsa per un posto al consiglio comunale. Il suo cognome era già apparso nelle cronache del 2009 per detenzione illegale di una pistola giocattolo calibro 7,65, modificata e perfettamente funzionante, oltre a 40 cartucce dello stesso calibro.

Ed è ancora una volta una vecchia storia a suscitare polemica anche sulla candidatura di Andrea Rustico (lista Popolari e autonomisti con Reale sindaco). Dopo un’indagine antidroga dei primi anni Duemila, finita bene per il candidato, è stato arrestato nel 2014 per resistenza a pubblico ufficiale durante un turbolento controllo dei carabinieri. In macchina con altri due giovani, ha tentato di fuggire da un posto di blocco dei militari di Pachino «mettendo in pericolo il personale delle forze dell’ordine, che è riuscito comunque a raggiungerli e bloccarli». Così riporta il comunicato dell’epoca, secondo cui una seconda macchina, che avrebbe viaggiato insieme a quella su cui si trovava Rustico, avrebbe forzato il posto di blocco ed esploso due colpi d’arma da fuoco prima di riuscire a fuggire.

Oltre a chi ha avuto a che fare direttamente con la giustizia, ci sono poi dei candidati discussi per parentele, amicizie, frequentazioni. Fra questi c’è Alberto Ciccullo (lista Amo Siracusa con Reale sindaco), legato da questioni lavorative a Gaetano Maieli, fra i sedici arrestati lo scorso 27 febbraio nell’ambito dell’operazione Tonnara, la piazza di spaccio siracusana compresa tra la via Aldo Carratore e il viale Santa Panagia. Un rapporto assiduo, a giudicare dalle numerose foto che ritraggono i due al lavoro in un bar del quartiere San Giovanni o a condividere momenti di relax in spiaggia. Alessandro D’Ignoti Parenti, detto Sandro (lista Amo Siracusa) è, invece, il fratello di Massimiliano anche lui arrestato nella stessa operazione antidroga. Un legame chiacchierato è anche quello che si porta dietro Isabella Di Giorgio (lista Popolari e autonomisti), compagna di Christian Rossitto, condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Una storia chiusa circa dieci anni fa quando, sostiene la candidata, la loro relazione non era ancora iniziata.

C’è infine il caso di Giovanni Girmena (lista Progetto Siracusa), l’ex militare dell’aeronautica e già assessore alle Politiche sociali nella giunta di Roberto Visentin che, nel febbraio del 2012, si è dimesso dopo uno scandalo a luci rosse che ha coinvolto la moglie e il figlio, titolari di un bed and breakfast in corso Gelone, utilizzato come casa d’appuntamenti. Un giro di prostituzione, secondo l’accusa, con una quindicina di ragazze organizzate attraverso siti internet specializzati in incontri fra uomini e donne. Alla famiglia di Girmena viene contestato di avere tollerato questi affari all’interno della struttura, in un primo momento sequestrata e poi restituita ai titolari. Che però da allora hanno deciso di chiudere l’attività.

Aggiornamento:
In una prima fase in questo articolo è stato riportato erroneamente anche il nome del candidato consigliere Salvatore Spinali, della lista Popolari e autonomisti per Reale sindaco. Si è trattato di uno scambio di persona: la vicenda giudiziaria ricostruita, infatti, riguarda un altro Salvatore Spinali, solo omonimo del candidato consigliere.


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