«Il sindaco non può essere scelto più come in passato, dall’accordo fra i partiti». Lo dice Rosario Crocetta a La Sicilia, a corollario dell’ultima voce istrionicamente accarezzata dall’ex presidente della Regione. Quella che lo proietta, lui che è «amato dal popolo» e devoto a Sant’Agata, sulla poltrona di sindaco di Catania. E nelle sue parole lasciate scivolare con il gusto di chi si ritrova ancora, e nonostante tutto, gli occhi puntati addosso, c’è in realtà scritto l’epilogo dell’ultima pièce politica interpretata dal fondatore del Megafono. Perché, senza che debba essere proprio Crocetta a scomodarsi per la campagna delle prossime Amministrative etnee, il «progetto civico trasversale» evocato dall’esponente del Pd è in pista già da un po’. E non a caso i contatti in direzione del plotone crocettiano sono più che avviati e promettono bene.
Emiliano Abramo ha rotto gli indugi a fine gennaio e si messo alla testa del movimento Ѐ Catania. Candidandosi a primo cittadino, il capo della locale comunità di Sant’Egidio crede davvero di poter rompere gli schemi della politica cittadina. Lanciando di fatto un’opa ostile sul centrosinistra di Enzo Bianco, ma anche intrigando pezzi di elettorato moderato e centrista con la prospettiva di un contenitore, progressista ma non troppo, «davvero» civico. Sganciato dai partiti, ma comunque pronto a dialogare.
Ed è quello che sta accadendo fra Crocetta e Abramo. «Lo trovo una persona interessante», si limita ad aggiungere l’ex governatore parlando a MeridioNews. La stima c’è; l’altro ponte è la condivisa bocciatura dell’esperienza Bianco. E non mancano anche gli amici in comune, come l’imam etneo Kheit Abdelhafid, molto considerato da Abramo. L’incontro fra le parti c’è stato, mentre proprio da Catania parte in queste ore l’offensiva mediatica dell’ex sindaco di Gela verso il nuovo Pd di Davide Faraone e Leoluca Orlando. «Il sottosegretario è convinto di cavalcare il sindaco di Palermo, non si rende conto che finirà come la mosca cocchiera che sta sul bue», ripete Crocetta a chi gli sta intorno. L’ex presidente pare così voler riprendersi la scena da punto di riferimento del centrosinistra, soprattutto per i delusi dem in cerca di nuova casa.
Dinamica che potrebbe non essere priva di conseguenze proprio a cominciare da Catania. L’annuncio della convergenza al momento è rinviato, ma l’intesa Abramo-Crocetta è davvero alle limature finali. AI luogotenenti Giuseppe Caudo e Luigi Bosco, assessore al Comune proprio con Bianco, è affidato il compito di lavorare a una lista. Il cui nome sarebbe già definito e richiamerebbe l’idea crocettiana di «liberazione» della città. Nel 2013 il Megafono elesse ben cinque consiglieri – Erika Marco, Daniele Bottino, Rosario Gelsomino, Ersilia Saverino, Francesco Trichini – oggi tutti migrati altrove, principalmente verso Luca Sammartino. Capire dove andrà a pescare il nuovo Megafono è questione da posticipare di qualche giorno. A dopo le elezioni politiche.
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