Granitico. È la parola più utilizzata al comitato elettorale di Enrico Trantino, candidato sindaco a Catania dato oltre il 60 per cento da exit poll e proiezioni. Una parola che si riferisce alla vittoria certa, ma anche all’alleanza del centrodestra – definita con non poche difficoltà – attorno al nome dell’avvocato etneo. Di «graniticità di […]
Comunali Catania, al comitato di Trantino si parla da vincitori: «È il risultato di un’alleanza granitica»
Granitico. È la parola più utilizzata al comitato elettorale di Enrico Trantino, candidato sindaco a Catania dato oltre il 60 per cento da exit poll e proiezioni. Una parola che si riferisce alla vittoria certa, ma anche all’alleanza del centrodestra – definita con non poche difficoltà – attorno al nome dell’avvocato etneo. Di «graniticità di una coalizione che ha portato a una grande vittoria per una grande Catania» parla Fabio Mancuso, sindaco di Adrano ed esponente dell’Mpa, tra i primi ad arrivare all’Nh Hotel di piazza Trento. «Con la giusta prudenza, ma questo risultato è frutto di una coalizione granitica che parte dal governo regionale», gli fa eco Sergio Parisi, assessore uscente e designato anche per quella che si profila la nuova sindacatura.
«Ormai che sono stato designato, almeno per sei mesi mi devono tenere – scherza Parisi con i giornalisti – Il mio è un piccolo record perché, se tutto va come sembra scontato, sarò assessore per la terza volta con tre sindaci diversi». Un vantaggio, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, che permetterebbe «di lavorare subito, da domani, in base all’esperienza di questi cinque anni appena trascorsi – continua – Esperienza maturata anche da Trantino, pure lui parte della passata giunta». Un’esperienza poco fortunata, ricorda l’ex assessore allo Sport: «Oltre alle vicende ben note (la sospensione del sindaco Salvo Pogliese per la legge Severino, ndr), va ricordato che ci siamo insediati a giugno del 2018 e già a luglio ci è stato notificato il dissesto del Comune. Poi, la pandemia. E nonostante questo siamo riusciti a spendere i fondi comunitari – conclude Parisi – La città è un cantiere aperto con 20 interventi sparsi e sono certo che questi cinque anni ci daranno la possibilità di raccontare bene cosa è stato fatto in quelli precedenti».