Una campagna elettorale contraddistinta da numerosi colpi di scena con una profonda spaccatura tra le varie anime del Pd, la componente più consistente dello schieramento, e la candidatura autonoma degli aspiranti alla prima poltrona del Comune. A sostegno dei vari nomi solo liste civiche senza simboli di partito
Comunali, ad Altofonte cinque candidati in lizza Tra primarie mancate, dimissioni e liste civiche
Per la prima volta nella storia di Altofonte, la corsa al rinnovo della carica di sindaco vede in lizza ben cinque candidati, dei quali la maggior parte orbitanti, seppue in misura diversa, nella stessa area politica. Un risultato frutto della spaccatura nel Partito Democratico, la componente più consistente dello schieramento, a causa dei mal di pancia interni alla forza politica, contrassegnata quest’anno da numerosi colpi di scena tra primarie mancate, dimissioni e divisioni. Non e un caso se in questa campagna elettorale, molto più complessa e frammentata rispetto alla precedente, il simbolo dei democratici ufficialmente non compaia in nessun manifesto elettorale dei candidati sindaco sostenuti solo da liste civiche, almeno sulla carta.
Un dissidio, nel Partito Democratico, che esplode all’inizio dell’anno quando si ipotizza uno scenario con due sole liste rappresentate da quella del sindaco uscente Nino Di Matteo candidato Pd, e dal capogruppo all’opposizione Angelina De Luca. La scelte di ricandidare l’attuale primo cittadino, tuttavia, non piace a vari pezzi dem che decidono di non confermare il loro sostegno. Così, tra i primi a farsi avanti c’è Salvatore Marfia (vicino all’area renziana e componente della segretaria provinciale del Pd) da tempo in polemica con il primo cittadino e che nel gennaio del 2015 si è dimesso dalla carica di presidente del consiglio. A nulla servono, nel frattempo, i tentativi dell’ormai ex segretario cittadino dei democratici Gaspare Pandolfo, attuale assessore comunale ai Servizi ambientali, di ricucire le anime frammentate nel Pd. Una frattura insanabile, fino al gesto estremo di presentare a febbraio le dimissioni dall’incarico, in contrasto con la posizione che il partito ha assunto nei confronti dell’attuale sindaco.
La discussione nel partito nel frattempo si allarga con altre ipotesi di candidatura: oltre a Marfia, si fanno avanti anche Angela Busellini e Enzo Di Girolamo (con alle spalle già tre mandati alla guida del comune). Qualcuno suggerisce l’ipotesi delle primarie idea che, all’ultimo momento, salta perché non a tutti piace. Da qui la decisione inaspettata dei tre candidati di correre entrambi con una propria lista, con alle spalle schieramenti leggermente diversi ma, in qualche modo, riconducibili al Pd. Stavolta il sindaco uscente, appoggiato dalla lista civica Altofonte Bene Comune – Di Matteo Sindaco, potrà contare solo sull’appoggio di amministratori e di alcuni consiglieri comunali legati comunque al Pd. Marfia, invece, corre con la lista civica Altofonte Futura, coalizione moderata di centro: nella lista confluiscono diversi tesserati dem di area renziana e annovera anche molti giovani non collegati ad alcuna esperienza politica precedente.
Un nome storicamente legato ad Altofonte è quello di Di Girolamo che per ben tre volte è stato sindaco del centro alle porte di Palermo. Appoggiato dalla lista civica Insieme per Altofonte, anche nel suo caso la maggior parte dei candidati sono vicini al Pd ed espressione dell’area regionale che fa capo ad Antonello Cracolici. Sempre in area Pd, seppur più sfumata, la Busellini con la lista civica Angela Busellini sindaco che vanta tra le sua fila molti giovani con una collocazione politica non definita. All’opposizione troviamo, infine, Angelina De Luca, con la Lista Civica per Altofonte. Capogruppo dello schieramento opposto a quello del sindaci, potrà contare sul sostegno degli elettori della rispettiva area politica e punta a intercettare gran parte del voto di protesta. Ad Altofonte il M5s, che non ha proposto alcun candidato, potrebbe scegliere di appoggiare la sua candidatura.
Una partita, quella del’11 giugno, che rimane aperta e imprevedibile e dove un ruolo decisivo lo giocherà l’elettorato storicamente legato al Pd ma stavolta impegnato su più fronti e non è detto che a beneficiarne non sia proprio l’opposizione.