Un accordo di trasparenza per una buona amministrazione. «Un contratto con i cittadini, troppo spesso puniti dalle azioni scorrette di singoli amministratori pubblici». È la proposta lanciata ad Aci Castello, nel Catanese, dall’ex deputato nazionale e siciliano Filippo Drago. Già sindaco castellese, Drago – sostenuto da Sud chiama Nord e da alcune liste civiche – propone agli altri candidati a sindaco alle elezioni Comunali di giugno tre punti. Che adesso sarà il vicesindaco designato, Gianfranco Cava – in qualità di ex comandante dei Carabinieri della locale stazione – a sottoporre ai due sfidanti di Drago: l’attuale primo cittadino, Carmelo Scandurra, espressione del centrodestra, e l’avvocato Alberto Bonaccorso, candidato dal tandem Pd-M5s. Una proposta che parte dalla cittadina etnea, ma che vuole essere un esempio di buona prassi da estendere.
«La situazione degli enti locali in Italia è preoccupante. Molti Comuni sono stati paralizzati in seguito a inchieste sulla corruzione dei loro amministrazioni e a pagarne le spese sono i cittadini – spiega Drago – Anche la trasmigrazione politica da una parte all’altra fa parte di questo sistema, perché spesso nasconde fenomeni corruttivi e di clientela. Allora proponiamo agli altri candidati a sindaco di rispondere ai dubbi legittimi dei cittadini e di impegnarci affinché si torni a partecipare alla vita politica dal basso». «Per chi, come me, ha trascorso tanti anni nell’arma dei Carabinieri non è facile decidere di scendere in politica – aggiunge Gianfranco Cava, vicesindaco designato ed ex comandante dei Carabinieri della stazione di Aci Castello – Io ho combattuto guerre diverse: la criminalità, il malaffare. Ma adesso è il momento di combattere per la trasparenza nei confronti dei cittadini».
Il primo punto del documento riguarda l’istituzione di una commissione d’esame in consiglio comunale – con componenti scelti dai candidati sindaci non eletti – e con il compito di «esaminare l’attività di governo e quella amministrativa», con appositi accessi agli atti e presentando «ogni sei mesi una relazione da pubblicare sul sito web istituzionale del Comune». A seguire, l’ideazione di un protocollo anti-corruzione aggiuntivo a quello previsto dalla legge, «sulla base dell’esperienza di Caivano», il comune campano sciolto per infiltrazioni mafiose alla fine del 2023 e firmatario di un protocollo con l’Autorità nazionale anticorruzione, per un sostegno nella gestione degli appalti e altri atti potenzialmente inquinabili. Il terzo punto riguarda l’«esclusione dei trasformisti dagli incarichi di governo»: un impegno formale, da parte del primo cittadino eletto, a non assegnare incarichi di governo o nomine in altri enti a chi «nel corso dell’attuale consiliatura sia trasmigrato da una coalizione a un’altra». Per evitare che i cittadini possano pensare che un ruolo di servizio venga scambiato per «una ricompensa per il mutamento d’opinione o supporto politico».
Dieci anni di reclusione. Questa la condanna chiesta dalla procura di Catania nei confronti di…
Chiuse le indagini sulla strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Per le torture…
Una chiamata ricevuta dalla polizia poco prima del pranzo di Natale. Dall'altro lato del telefono,…
Un uomo di 48 anni (G. M. sono le sue iniziali), si è suicidato in…
Un'auto carica di droga, al punto che non sarebbe stato possibile nemmeno abbassare i finestrini.…
Produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Sono questi i reati contestati a cinque…