«In certi casi sembra che i consiglieri comunali catanesi siedano nelle commissioni solo il tempo sufficiente per maturare il gettone di presenza, ovvero un minuto». L’attacco nei confronti di alcuni rappresentanti di Palazzo degli elefanti arriva dalla deputata del Movimento 5 stelle all’Ars Gianina Ciancio. Ad affiancarla nell’arringa contro gli esponenti dell’aula consiliare catanese che hanno fatto registrare delle «anomalie sul loro comportamento all’interno delle riunioni delle commissioni permanenti» ci sono la senatrice Nunzia Catalfo e la deputata nazionale Giulia Grillo. Insieme a una decina di attivisti pentastellati. Dall’altra parte del banchetto di piazza Santa Maria della Guardia – sede del meetup etneo – incassano i colpi i consiglieri comunali Lanfranco Zappalà (Pd), Giuseppe Catalano (Articolo 4) e Agatino Tringale (Officina delle idee). «I fatti catanesi dell’ultima settimana dimostrano l‘incapacità politica e amministrativa del Comune di Catania. È per questo che la città dovrebbe tornare alle urne al più presto», afferma Gianina Ciancio. A spiegare i dettagli della cosiddetta operazione fiato sul collo è Giulia Grillo. Che definisce il report come il «prodotto di un’analisi di trasparenza» e ne precisa l’iter.
Il Comune di Catania conta 12 commissioni consiliari permanenti che, nel 2014, sono costate in totale poco più di un milione di euro per oltre 13 mila gettoni. Uno dei quali si attesta sui 75,51 euro e scatta anche dopo solo un minuto di presenza del consigliere. Il tetto massimo percepibile da ciascun componente di Palazzo degli elefanti è di 27 presenze mensili che equivalgono a un compenso netto di circa 1200 euro. «A Verona, che abbiamo preso come esempio per via della similarità con il capoluogo etneo, si riesce a risparmiare di più. Le commissioni sono solo sette e costano poco più di 360mila euro. Un modo per destinare più fondi ai cittadini», precisa Giulia Grillo.
«Il problema è morale più che legale. Per legge i consiglieri comunali guadagnano anche solo con un minuto di presenza ma, in questo arco di tempo, cosa riescono a fare?», domanda Gianina Ciancio. «Il municipio è in serie difficoltà economiche e i consiglieri dovrebbero avere un comportamento più serio senza che si registrino casi di brevissima permanenza, ubiquità o teletrasporto», aggiunge Giulia Grillo. Senza contare gli episodi in cui «alcune riunioni portano a casa solo il risultato di approvare i verbali delle sedute precedenti», sottolinea Nunzia Catalfo. Che entra anche nel merito dei lavori delle commissioni. «Alcune non vengono nemmeno tenute in considerazione dall’amministrazione comunale mentre altre impiegano quattro mesi per valutare un regolamento», continua la senatrice pentastellata. Per la quale uno dei casi più gravi è rappresentato dalla vicenda della votazione del Bilancio di previsione del 2015 senza che la commissione competente abbia avuto modo e tempo di vagliarlo.
«Il consiglio comunale è serio e sono sicuro che ci siano degli errori forse attribuibili ai segretari che dovono verbalizzare le sedute», interviene il componente di Palazzo degli elefanti Lanfranco Zappalà. Che difende i colleghi: «A volte, poi, può capitare di spostarsi da una commissione all’altra solo per votare un ordine del giorno di cui in passato si è ampiamente discusso». «La macchina burocratica è difficile da svolgere. Per mia natura, da quando faccio il consigliere, non mi sono mai fermato per meno di mezz’ora all’interno di una commissione consiliare. Se si parla di un caso di anomalia si può anche trattare di un errore», continua Tringale. Che interviene anche sugli sprechi: «Sono d’accordo sul concetto del virtuosismo ma vi ricordo che i tagli ci sono stati. Sedici anni fa il vicepresidente del consiglio guadagnava mensilmente 11 milioni e 500mila lire. Io, oggi, guadagno 1400 euro», conclude.
«Il nostro ragionamento non mira ad attaccare ma a dare una soluzione. Proponiamo di modificare il regolamento delle commissioni al fine di creare un effettivo risparmio sulle casse comunale», replica Gianina Ciancio. La proposta, protocollata a Palazzo degli elefanti lo scorso ottobre, tra le altre cose prevede la riduzione del numero delle commissioni da dodici a otto, la diminuzione dei componenti da undici a otto, la corresponsione del gettone di presenza solo per una partecipazione superiore ai due terzi della riunione. Ma ancora, nessun compenso allo scioglimento della seduta per mancanza del numero legale, la pubblicazione online dei verbali, la diretta streaming delle commissioni e la maturazione di un solo gettone giornaliero, al di là del numero di sedute seguite.
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