Si prega e si resta in attesa che cambi qualcosa per Paul, il ghanese di 51 anni che vive e lavora presso la Missione Speranza e Carità. Si sono dati appuntamento in tanti nella piazza dedicata a don Pino Puglisi: «Sarebbe bello applicare le parole del Vangelo»
Colpito da espulsione, continua il digiuno di Biagio Conte Ancora messa in strada: «Ero straniero e mi avete accolto»
C’è preoccupazione alla Missione Speranza e Carità per Biagio Conte, giunto ormai al settimo giorno di digiuno e preghiera per chiedere alle autorità di intervenire per bloccare l’espulsione di Paul, il 51enne originario del Ghana che da oltre dieci anni vive a Palermo e svolge in modo volontario la professione di idraulico. Da una settimana dorme al fianco del missionario laico nella piazza di Brancaccio dedicata a don Pino Puglisi. «Non smetterà fino al martirio», dicono dalla Missione sottolineando come Conte sia appena tornato da un viaggio di un anno, ultima tappa il Marocco, già visibilmente provato e dimagrito.
Proprio lì oggi, alle 18, si celebra la messa domenicale che solitamente si tiene la domenica nella Missione. «Stiamo riflettendo qui sulle parole “Ero straniero e mi avete accolto” e “In verità vi dico tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” del Vangelo secondo Matteo e anche “Siamo tutti stranieri in terra straniera”. Sarebbe bello applicare queste parole», spiega Riccardo Rossi, comunicatore sociale della Missione. Non è la prima volta che si celebra la messa qui. La stessa cosa è avvenuta anche nei giorni scorsi e non ci si è fermati nemmeno quando è arrivata la pioggia. Più di ottanta persone sotto gli ombrelli. Hanno partecipato diversi consiglieri comunali, deputati, sacerdoti, esponenti delle forze dell’ordine, tanti anche gli abitanti del quartiere. E non sono mancati la presenza e il sostegno del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dell’arcivescovo Corrado Lorefice.
Al momento c’è un clima di attesa. Si prega perché chi di competenza faccia un passo per sbloccare la situazione di Paul e anche di tanti altri che sono nelle sue stesse condizioni. «Occorre un cambiamento – conclude Rossi – è bello pregare insieme ma bisogna pensare anche all’accoglienza. Come dice san Giacomo “la fede senza le opere è morta”».