Questo l’appello che stamane il presule ha lanciato durante una visita pastorale alla nuova area di emergenza dell'ospedale. Oltre 200 le telecamere di videsorveglianza installate a garanzia di un nuovo livello di sicurezza per pazienti e personale: «Dobbiamo prendere le distanze da chi pensa di poter risolvere le urgenze con atti estremi»
Civico, l’arcivescovo visita il nuovo pronto soccorso Lorefice: «Basta aggressioni, medici come samaritani»
«Vorrei augurare a chi lavora qui di pensarsi così, prossimo e vicino ai malati e di far proprie le ferite degli altri. E vorrei anche chiedere a tutti quelli che giungono di percepire la responsabilità che voi operatori portate sulle vostre spalle. Un’urgenza che a volte diventa impazienza per tanti fino ad atti estremi di violenza che l’uomo non deve conoscere. Dobbiamo mettere in condizione chi lavora qui di farlo fino in fondo». È questo l’appello che stamane l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha lanciato durante una visita pastorale al nuovo pronto soccorso del Civico, accompagnato dal direttore generale Giovanni Migliore. Inaugurato l’8 maggio scorso, la nuova area d’emergenza si estende su circa 2 mila metri quadrati e ospita in totale 50 posti letto tecnici. Una particolare cura è stata rivolta al tema della sicurezza dei pazienti e degli operatori. Gli ambienti ora son separati per gravità di codice e sono videosorvegliati e gli accessi all’area d’emergenza sono filtrati con porte a doppio consenso, controllate da agenti di vigilanza armati.
«Tutti i locali sono monitorati da oltre 200 telecamere e a breve verranno installati due monitor nella due aree di triage per far capire a chi arriva di essere ripreso – ha spiegato il manager del Civico Migliore – Il programma si è concluso nei tempi previsti e in meno di un mese abbiamo implementato tutti i servizi della nuova are di emergenza. Abbiamo implementato le misure previste nel piano regionale per la sicurezza degli operatori e siamo assistendo a un miglioramento della performance del personale. In questo momento l’area è completamente attiva e tutti i nostri 170 operatori dell’area di emergenza condividono lo stesso spazio di lavoro».
Tra gli accorgimenti adottati per ridurre i temi d’attesa, anche nuovi protocolli per gestire i momenti più congestionati con flussi elevati di arrivi: «D’ora in poi si potranno disporre ricoveri in tutti i reparti dell’ospedale, anche in sovrannumero – ha rivelato Migliore – con l’obiettivo di liberare l’area di emergenza dai pazienti che soggiornano per più tempo all’interno di un’area critica. Attualmente il numero del personale è adeguato alla dotazione organica e a breve arriveranno 15 psicologi dei quali molti entreranno in servizio al pronto soccorso per gestire l’accoglienza dei familiari». Nei mesi precedenti, infatti, non sono stati rari gli episodi di brutali aggressioni al personale da parte dei parenti dei pazienti esasperati dai lunghi tempi di attesa. Un tema, questo, su cui ha posto l’accento anche l’arcivescovo al termine della visita, dopo aver benedetto i locali e scambiato con i pazienti una parola di conforto.
«Il pronto soccorso mi ha rimandato subito all’immagine del samaritano – ha sottolineato Lorefice – Oggi ho percepito una grande attenzione alla persona ed è bello che chi arriva sappia che qui c’è questa premura, e che lo sappiano i familiari. Ma dobbiamo mettere in condizione le strutture sanitarie di fare bene il loro lavoro. Vorrei lanciare questo messaggio: dobbiamo dare fiducia a queste realtà perché una struttura come questa è pensata perché sia accolta l’intera persona. Da questo punto di vista dobbiamo prendere le distanze da chi pensa di poter risolvere le urgenze con la violenza – ha concluso- non si va da nessuna parte se prendiamo questa via».