Cipro, prendi i soldi e scappa

I lettori attenti e contriti che frequentano i giornali di quella che una volta si chiamava “la grande borghesia”, avranno notato in qualche trafiletto una curiosa notizia che riguarda un’isola lontana, che è Europa, anche se forse no, ma in ogni caso lo è per metà. A Cipro chi aveva da 10 a 100.000  in banca ha subito un prelievo del 6,75%. Avevi 40.000 oggi? Bene,  domani ne avrai 37.300. Così, come per magia. Non solo, ma se ne avevi più di 100.000 il prelievo era del 10%. Avevi 150.000? Perfetto, da domani ne avrai 135.000,  15.000 in meno. QUINDICIMILA, caso mai vi fosse sembrato un refuso o una virgola fuori posto. C’è da mettersi le mani ai capelli, a stare a Cipro.

Per fortuna noi siamo lontani, i nostri conti correnti sono a posto, al sicuro. Pensate che il presidente della CONSOB, Giuseppe Vegas, mica uno qualunque, ha detto che non ci sono pericoli per noi. Non era certo come tal Nicos Anastasiades, che il giorno prima al Financial Times, il giornalino della parrocchia di Bristol, disse che “it will “never” accept a haircut of depositors…”; ah già, la traduzione: non si accetterà mai un prelievo forzato dai depositi dei correntisti. MAI. Ah, il signor Anastasiades  occupa, temporaneamente si capisce, la carica di Presidente della Repubblica di Cipro. MAI.

Cosa diavolo succede in quel lembo di terra lontana? Che abbiano un debito pubblico spaventoso? Uhm… pare di no. Che ci sia una corruzione pazzesca? Macché, tutto fisiologico. Allora saranno i dipendenti pubblici, forse ci sono più forestali che in Sicilia, ha ragione Grillo che li vuole licenziare tutti quanti. Ahimé no, non è neanche questo, povero Grillo.  E che sarà mai allora? Perché diavolo l’hanno fatto? I più attenti tra voi, avranno studiato a scuola che Cipro è dal 1973 un’isola spaccata in due. Nicosia, la capitale, è l’ultima città del mondo che è separata da un muro, più o meno come quello che c’era a Berlino. Da una parte, quella meridionale, la Cipro democratica, progredita, europea. Dall’altra, quella settentrionale, quei musulmani dei turchi, con la loro mezzaluna e la loro arretratezza. Pensate che nella parte settentrionale hanno ancora la lira quei poveracci. Accidenti! Ci siamo allora. Ecco perché sta fallendo la parte settentrionale dell’isola. Quei retrogadi non hanno capito i benefici dell’Euro. Beh, se lo meritano in fondo, pazienza. A noi cosa importa? Noi siamo protetti dall’Euro. Come dite? Davvero? Ah capisco, scusate ma adesso devo correre in banca. Perché come avrete capito anche voi a questo punto, la parte che è stata colpita dai prelievi dei conti correnti non è quella turca. Non è la lira (minuscola). E’ l’Euro (maiuscolo).

Ora, torniamo in Italia. Anche in questo giornale si è parlato del prelievo del 1992. Quel prelievo del governo Amato era nell’ordine del 6 per 1000. Che non è proprio robetta. Ma che è lontanissimo dal 6.75%, ne converrete. E quindi un sacrifico per l’euro suvvia, si può anche fare. Un altro? Vabbè pazienza. C’è un piccolo problema, che la Commerzbank si è affrettata a precisare che “in Italia, I patrimoni finanziari degli italiani corrispondono al 173% del PIL. Sono molto superiori ai patrimoni dei tedeschi che corrispondono al 124%. Per questo sarebbe utile applicare in Italia una patrimoniale. Una tassa del 15% sui patrimoni basterebbe ad abbassare il debito pubblico italiano sotto la soglia critica del 100% del PIL”. Questo è quello che ci (ci? io in banca soldi non ne ho…) aspetta. Buona fortuna a tutti.

Io ti derubo nel nome dell’Euro

Roberto Salerno

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