I fondi governativi ai comuni tardano ad arrivare. Catania attende un consuntivo di circa trentacinque milioni per il 2012 e quindici del 2011 da Governo e Regione: un ammanco che potrebbe pesare sui servizi essenziali ai cittadini, come la raccolta rifiuti e l'assistenza sociale. Stancanelli scrive al premier e lancia l'allarme liquidità. «Se non otterrò risposte, andrò direttamente a Roma»
«Cinquanta milioni o città al collasso» Lettera aperta del sindaco a Monti
«Servizi e stipendi a rischio se non arrivano subito le risorse che ci sono dovute». E’ l’allarme lanciato dal sindaco, Raffaele Stancanelli, al premier Mario Monti, responsabile delleconomia, al ministro dellinterno Annamaria Cancellieri, al presidente della regione Raffaele Lombardo e allassessore regionale alle finanze Gaetano Armao. Una lettera per sollecitare il governo ad avviare in fretta i trasferimenti previsti per la città etnea che, dopo il lento risanamento finanziario avviato dalla nuova giunta, rischierebbe un ennesimo crollo.
Cinquanta milioni di euro – quaranta dallo Stato e dieci dalla regione – sono i fondi attesi a Palazzo degli Elefanti per il 2012 e parte del 2011. Servirebbero a coprire i servizi sociali minimi per i catanesi. I primi a saltare sarebbero, infatti, lo smaltimento dei rifiuti, l’ordine pubblico, la salute e la sicurezza. «Il Comune si vedrà costretto a venir meno ai propri impegni nei confronti delle cooperative impegnate nellerogazione dei servizi sociali, oltre che nei confronti dei propri dipendenti e delle società partecipate», scrive il sindaco nella lettera
«In questi tre anni abbiamo ridotto la spesa corrente del 31%, tagliato ben mille posti tra i dipendenti comunali e ridotto gli stipendi. E’ chiaro che il governo non può pensare di risolvere la crisi finanziaria scaricando tutte le responsabilità sui comuni», è il commento a CTzen di Stancanelli «Poi tocca a noi rispondere ai cittadini«.
Per questo è previsto lunedì un incontro tra il sindaco e i responsabili provinciali dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, per salvaguardare assieme i servizi e le politiche di sviluppo per la città e concordare una linea d’azione comune contro l’operato del governo. «Non chiediamo niente di più di quello che ci spetta – dice il sindaco – Ma urge sapere quando e quanti fondi arriveranno. Il problema è la mancanza di liquidità».
«Abbiamo risollevato Catania dalla cattiva gestione finanziaria delle precedenti amministrazioni che l’avevano portata sull’orlo del dissesto. E se non avrò segnali concreti in tempi brevi – continua il sindaco – mi recherò direttamente a Roma per parlare con il premier e i ministri perché difendo a denti stretti il lavoro di risanamento che con fatica abbiamo svolto fino ad ora».
Ma non manca qualche voce discordante. «Ormai siamo alla tragica farsa, perché soltanto degli sciocchi possono credere che una città risanata come sostiene il sindaco poi rischi il default per un ritardo nei trasferimenti di fondi da parte di Stato e Regione» commenta Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale dei Comunisti italiani-Federazione della Sinistra, in una nota inviata alla stampa, in cui definisce la missiva del sindaco di Catania al premier Monti una «letterina a Babbo Natale». Licandro accusa il primo cittadino di «pietire 50 milioni» perché «non c’è un soldo in cassa» e quindi lo esorta a spiegare «in cosa consiste il risanamento di cui parla e come pensa di continuare a tirare avanti in questo modo da irresponsabili, senza un progetto di sviluppo e interventi precisi».
[Foto di Sim Dawdler]