Nel camposanto di Catania non potrebbero entrare le persone «vestite in maniera sconveniente», come 86 anni fa. «Il nuovo regolamento è in avvocatura - dice l'assessore - Speriamo sia approvato in tempi brevi». Deciderà il consiglio comunale. L'ultimo tentativo di aggiornamento è fallito nel 2011
Cimitero vietato «alle donne col capo scoperto» D’Agata: «Le regole sono state fatte nel 1929»
Cimitero di Catania vietato «alle donne che portino il capo scoperto». È scritto così in una riga del regolamento che stabilisce come comportarsi all’interno del camposanto. Fu approvato dal podestà nel 1929 e così è rimasto finora. «Il nuovo codice è quasi pronto – dice l’assessore ai Servizi cimiteriali Rosario D’Agata – aspettiamo solo il parere dell’avvocatura». Ma servirà poi anche il sì del Consiglio comunale. L’ultimo tentativo è fallito nel 2011, sotto la sindacatura di Raffaele Stancanelli.
Entrati dal varco dei
Tre cancelli il tempo pare sia sia fermato tra le due guerre mondiali, quando a decidere era il podestà e a esercitare il potere all’interno del cimitero era il cappellano, aiutato dall’inserviente sacrista. Ma caduto il fascismo – in mancanza di un regolamento comunale che assegnasse al sindaco i poteri prima esercitati dall’autorità cittadina fascista – i servizi cimiteriali hanno rischiato il blocco. Che finora è stato aggirato applicando la normativa nazionale di polizia mortuaria.
Il nuovo regolamento «di cui
non ricordo bene le novità – dice a MeridioNews D’Agata – snellirà le procedure rendendo la gestione del cimitero più trasparente». Condizione resa necessaria «da alcuni episodi spiacevoli che sono accaduti in passato». L’assessore si riferisce «a dei dipendenti comunali che pretendevano di essere pagati – dalle famiglie dei defunti – per svolgere dei compiti già retribuiti dal Comune». E che una volta individuati «sono stati allontanati dal loro ufficio».
Il documento che è all’esame dell’avvocatura «ci aiuterà a combattere meglio questi episodi – aggiunge D’Agata – e attualizzerà norme troppo vecchie». Stabilite 86 anni fa, quando l’ingresso nel «Pio Luogo» era proibito, oltre alle donne coi capelli al vento, pure «alle persone in stato di ubriachezza, a quelle vestite in maniera sconveniente, ai questuanti e ai fanciulli al di sotto dei sette anni non accompagnati da adulti». Punito pure «fumare, anche per i lavoratori e per il personale interno».
Gli aggiornamenti più tecnici dovrebbero riguardare l’iter per le concessioni e l’autorizzazione dei tumuli a cielo aperto e all’interno delle cappelle gestite dalla confraternite. E saranno recepiti in gran parte dalla stessa normativa nazionale di polizia mortuaria applicata finora. Alcune eccezioni potrebbero riguardare la gestione interna del camposanto, come l’illuminazione e la manutenzione. Entro qualche settimana l’avvocatura depositerà il testo al Comune. Ma l’ultima parola spetterà al Consiglio comunale.
I lavori si sarebbero fermati per le ferie estive. «Solleciterò tempi brevi», garantisce l’assessore D’Agata. Il regolamento – che non comporta spese – non dovrà passare dalla ragioneria. Ma qualora la Commissione consiliare o il Consiglio comunale decidesse di respingerlo o modificarlo l’approvazione potrebbe andare per le lunghe. Fino ad allora «ai carrettieri che conducono carri nell’interno del Cimitero – resterà vietato – stare seduti sui loro carri». E gli «acattolici» dovrebbero continuare a essere sepolti in «uno speciale recinto, con proprio ossario».