Alla fine a spuntarla è stata Caterina Chinnici. Sarà lei, vincitrice delle Presidenziali, a guidare il fronte progressista come candidata alla presidenza della Regione? È tutto da vedere. È tutto da vedere perché anzitutto c’è da capire se esiste ancora un fronte progressista, perché ai «si va avanti» e alla voglia di unità espressa subito dopo la crisi di governo a Roma – che ha visto separarsi di fatto Partito democratico e Movimento 5 stelle – adesso si è passati agli ultimatum. Caterina Chinnici ha vinto con 14.552 preferenze, tra gazebo e voto online, il 44,77 per cento degli iscritti al voto, più di tremila voti in più rispetto alla contendente del Movimento 5 stelle Barbara Floridia. Per lei 10.317 voti, il 31,74 per cento. Chiude la classifica Claudio Fava (Centopassi) con 7.547 voti e il 23,22 per cento. Un risultato piuttosto equilibrato, accettato da Fava, ma un po’ meno dai pentastellati, che hanno risposto in massa al «serrate le file» di Giuseppe Conte.
Dopo il post dell’ex presidente del Consiglio, che non risparmia attacchi al Pd e con una sola frase ribalta i discorsi fatti per settimane in Sicilia, dove il nuovo sistema di primarie ideato dalla coalizione voleva essere tornasole della voglia di scegliere il candidato presidente sganciandosi dai tavoli e dalle segrete stanze romane. «Per noi quello che succede a Roma succede a Palermo», scrive Conte a conclusione del post con cui ringrazia Barbara Floridia. Un post in cui parla dell’impegno dei suoi per queste primarie: «Uno sforzo che ora merita subito chiarezza, perché in queste settimane sono cambiate molte cose rispetto a quando è partito questo percorso. Prima di percorrere ancora la strada di un’alleanza progressista in Sicilia, il Pd dovrà fare chiarezza sui suoi obiettivi e dire se l’agenda sociale e ambientale del M5s è la loro stessa direzione o se ormai i percorsi e i compagni di strada sono altri, in linea con gli insulti e le dichiarazioni di questi giorni».
E se Roma chiama, appunto, la Sicilia risponde. E lo fa spesso anche nei commenti dello stesso post di cui sopra. «Grazie alla nostra “guerriera gentile” Barbara Floridia, per il resto sottoscrivo ogni singola parola: “Quello che succede a Roma succede a Palermo”», dice il deputato regionale Francesco Cappello, a cui fa eco il collega Antonio De Luca: «Barbara Floridia è stata una leonessa e il gruppo l’ha sostenuta con forza e determinazione. Per il resto, concordo su ogni singola parola che hai scritto, Giuseppe Conte». Tra i più duri c’è l’ex sindaco di Bagheria Patrizio Cinque che lancia una sorta di ultimatum direttamente a Enrico Letta: «Letta ha 24 ore per dirci se rinuncia al programma di Draghi e sposa il nostro programma. Diversamente non abbiamo motivo di andare assieme in Sicilia». Chi guarda un po’ più alla situazione locale è Luigi Sunseri, che oltre a sottoscrivere quanto scritto da Conte, chiede chiarezza anche agli alleati regionali sull’ormai famigerato perimetro della coalizione e su una possibile apertura a Raffaele Lombardo ventilata da Chinnici durante i confronti tra candidati per le primarie.
«Lombardo? – scrive Sunseri – Lui e i suoi sono strutturali e organici al governo Musumeci e non intendiamo averci nulla a che fare.
In Sicilia ci conosciamo tutti e li conosciamo tutti. Non sono gli stessi che stanno in politica da 20 anni, almeno? Non sono gli stessi le cui azioni e la cui strategia politica è pensata per continuare a dimorare saldamente dentro i palazzi regionali?
È possibile immaginare un cambio di direzione di questa maledetta terra, finita in un baratro, con queste persone nei posti chiave? No.
La Sicilia ha bisogno di discontinuità.
E non possiamo garantirgliela con chi ha governato (male) e sta continuando a governare (male) la nostra regione».
Dall’altra parte, invece, Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito democratico, si limita a esultare per il risultato ottenuto, ringraziando la coalizione. «Ringrazio Barbara Floridia e Claudio Fava per questa straordinaria esperienza. Da domani subito al lavoro per far voltare pagina alla Sicilia». E a gettare acqua sul fuoco c’è anche Claudio Fava, che commenta: «Complimenti e auguri a Caterina Chinnici – dice – Rivendico di avere individuato nelle primarie lo strumento per sottrarre queste decisioni a un salottino romano per restituirle ai siciliani. Daremo una mano a sfidare questa destra a patto che non ci sia il tentativo di costruire ponti strategici per aprire a pezzi di questo centrodestra. Si sta dentro questo quadro se questo è un quadro coerente condiviso con una direzione di marcia precisa: no contaminazioni e allargamenti verso quanto di più opaco e antico esiste nella storia politica siciliana – ha aggiunto – saremo dentro questa battaglia se non c’è il tentativo di un trasversalismo malato».
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