Cep, studenti della Saladino a scuola di street art  «Così si stimola senso di attaccamento al quartiere»

Aprirsi alla città grazie al linguaggio dell’arte urbana per entrare in contatto con il quartiere in cui si vive, sfruttandone a pieno potenzialità e risorse. Magari riuscendo anche a dare un contributo, a riqualificare gli spazi che vorremmo vedere diversi. Uno sguardo attento sulla città è quello che parte dagli oltre sessanta studenti delle primarie e secondarie di primo grado dell’istituto Saladino al Cep,  grazie al progetto Risveglia la città promosso con il sostegno della MiBac e di Siae, nell’ambito dell’iniziativa Per chi crea. Un progetto che è arrivato primo in Italia nella sua categoria, Arti visive performative e multimediali, e che prevede tre distinti laboratori, che inizieranno giovedì prossimo guidati da tre artisti: uno italiano, Yuri Hopnn, e due internazionali:  la spagnola Julieta XLF e il brasiliano Paula Auma. Gli studenti impareranno le tecniche del mondo della street art per intervenire nello spazio urbano. 

Oltre ai tre artisti a guidare i ragazzi anche l’associazione Sguardi Urbani, che già dall’anno scorso lavora nel quartiere, e tre tutor dell’Accademia di Belle Arti. Il progetto si avvale anche della collaborazione di un privato, il centro commerciale La Torre dove verranno esposti i lavori realizzati all’interno di tre laboratori: uno sulla poster art, uno sulla street art legata al fumetto e l’altro altro sulla street art su muro. I tre più votati saranno realizzati sui muri del quartiere che verranno individuati grazie a un lavoro di riscoperta del territorio, che si terrà nell’ambito dei laboratori, che prevede anche lo scambio continuo e il dialogo con i residenti.

«Utilizziamo la scuola come centro propulsore e la street art per fare scoprire ai ragazzi le risorse presenti nel loro quartiere, che magari sono abituati a percepire in maniera negativa, anche per via delle reazioni che circolano all’esterno – dice Luisa Tuttolomondo, presidente dell’associazione sguardi urbani –  Qualsiasi quartiere può avere le sue risorse anche in termini di spazi. Stiamo lavorando anche sulla riattivazione dello spazio centrale del Cep, dove c’era un campo di bocce. Vogliamo stimolare un senso di attaccamento dei ragazzi al loro quartiere di appartenenza. Questo vale per quelli che vivono qui come per quelli di qualsiasi altro luogo della città. Lavorando insieme all’associazione San Giovanni Apostolo e con l’Accademia, piano piano sono venute fuori diverse progettualità che nascono da istanze che vengono dal basso, dagli attori che vivono ogni giorno il territorio. Dai ragazzi abbiamo avuto una risposta di grande entusiasmo». 

Un progetto che è solo uno dei tanti messi in campo dalla scuola come ricorda il dirigente scolastico dell’istituto e assessore comunale Giusto Catania. «Abbiamo l’ambizione che i nostri alunni diventino cittadini del mondo e gli interventi che noi facciamo non devono essere effimeri ma incidere sul quartiere con uno sguardo aperto sulla città, è il nostro obiettivo minimo – afferma Catania – Ci siamo quindi appoggiati all’Accademia di Belle Arti, che non opera nel quartiere, e al Centro commerciale La Torre. Questo progetto è solo un tassello della strategia di questa scuola. Il nostro istituto fa parte delle 15 scuole in Sicilia selezionate per un accordo di programma tra il Miur e la Regione siciliana per aumentare il tempo della scuola oltre l’orario canonico. Abbiamo ricevuto un finanziamento di centomila euro per implementare tre spazi aperti al quartiere: la biblioteca, che ha ricevuto in dono, tra gli altri, 200 volumi dalla casa editrice Sellerio, la sala teatro riorganizzata come spazio cinematografico con 100 posti per creare un cinema. Infine c’è la palestra  dove già si praticano pallavolo e tennis da tavolo. Un progetto che ha avuto come prima tappa la realizzazione di un sistema di videosorveglianza». Altri due progetti che la scuola sta portando avanti sono: uno con Libera, che comprende cinque città italiane, che vuole realizzare un campo di calcio nello spazio adiacente al plesso, e l’altro con la Cultural farm di Favara. 

Tra i partner si diceva anche La Torre: «Il nostro obiettivo è portare più clienti al centro commerciale – spiega il direttore Tommaso Brunetti –  questa operazione ci permette di raggiungere un altro obiettivo: fare comprendere ai ragazzi che oltre ad essere un luogo dove fare la spesa, il centro commerciale è un luogo che gli appartiene». E la docente Valentina Console dell’Accademia di Belle Arti, altro partner dell’iniziativa, spiega la sua idea di come si fonde l’espressione artistica con il sociale: «C’è un entusiasmo condiviso per il fatto di lavorare con i giovani. L’accademia e l’artista entra nella società e incide così sulla città. Dopo avere iniziato questo progetti, come quello di Danisinni, ho capito qual è il vero motivo per cui facciamo arte, perché incide sul sociale. L’arte dell’isolamento non esiste».


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