Centro Zo, sei anni in attesa del nuovo contratto Altre cinque realtà in gara per lo spazio culturale

Arriva a conclusione la vicenda legata alla nuova assegnazione del Centro Zo. Dopo sei anni di stasi amministrativa, iniziata durante la sindacatura di Raffaele Stancanelli e oggi presa in mano dall’amministrazione di Enzo Bianco, si chiude il bando di gara pubblicato a febbraio dal Comune di Catania. Con termine ultimo previsto per il 18 marzo, il procedimento ha visto la partecipazione di sei realtà culturali. Tra le quali compare anche l’associazione Zo, che gestisce il centro dal 2010, dopo che era stato fondato dalla cooperativa Officine nel 1997. Le prime buste contenenti i nomi dei partecipanti sono state aperte il 30 marzo, mentre le altre saranno scoperte in una seconda seduta il 6 aprile prossimo.

Secondo quanto previsto dall’atto, la nuova concessione varrà nove anni, con la possibilità di proroga, con un canone d’affitto di almeno mille euro al mese. L’ex raffineria è stata assegnata nel 2000 alla cooperativa Officine che ha creato un polo artistico, il Centro Zo, dedicato alla cultura contemporanea. Nel 2012 la sua assegnazione è finita al centro di polemiche sollevate dall’allora consigliere di maggioranza Manlio Messina (oggi all’opposizione) a causa della sopravvenuta scadenza dei termini per la riassegnazione. Dopo la sua conclusione nel 2010, il contratto è stato sottoposto a una rinegoziazione del canone da parte del Comune. Da questo momento, fanno sapere da Palazzo degli elefanti, è nata una vera e propria diatriba sul prezzo da concordare. Vicenda interrotta nel 2014, per via del fallimento della coop. Venendo a mancare il titolare della concessione, il Comune ha avviato una serie di passaggi. Che si sono conclusi con la diffida ad abbandonare i locali fatta arrivare ai curatori fallimentari.

«In questi anni – afferma Sergio Zinna, direttore artistico dell’associazione Zo – Abbiamo operato all’interno di una situazione che è rimasta sospesa anche se l’associazione ha chiesto il rinnovo. Dal punto di vista tecnico bisognerebbe chiedere al Comune, non solo all’attuale amministrazione ma anche a quella precedente». Sono diversi, del resto, gli aspetti burocratici rimasti in sospeso. «Esiste un comodato tra il vecchio gestore e l’associazione Zo e il Comune non ci ha mai intimato di uscire», sostiene Zinna. «Immagino che il Comune abbia ritenuto più proficuo tenere un’attività culturale in corso, piuttosto che lasciare i locali preda di probabili atti vandalici e abbandono». Il riferimento è all’incendio al palazzo di viale Africa poco distante, distrutto dalle fiamme ad agosto 2015. «In una città piena di porcherie – conclude – attaccare una realtà che fa cultura mi sembra inutile».

Per riportare alla normalità la situazione, il 23 febbraio scorso il Comune ha indetto un avviso pubblico per concedere l’«affidamento del centro polifunzionale di piazza Rocco Chinnici 6». È la direzione Patrimonio che, nel suo provvedimento, fa presente che «sono in corso le procedure di rilascio dell’immobile da parte della curatela».  Sulla decisione da parte del Comune di liberare i locali Zinna precisa: «A noi nessuno ha chiesto niente, il Comune non ha mai fatto nessuna diffida a lasciare i locali. Gli eventi che vedete in calendario arrivano fino ai primi di maggio, e corrispondono al tempo che più o meno abbiamo calcolato per la fine del nostro mandato». E se il bando lo vincerà un’altra associazione? «Chiaramente lasceremo gli spazi e gli ultimi eventi salteranno».


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