La creazione di un campus universitario, il restauro degli edifici storici e l'eliminazione di alcune strutture. Sono questi alcuni dei nodi relativi al nuovo programma di riqualificazione del centro storico etneo, presentato al salone Russo di via Crociferi dall'amministrazione comunale
Centro storico, presentato il piano di riqualificazione Tra demolizioni, conservazione e nuove costruzioni
È entrata nel vivo la presentazione del Piano di riqualificazione del centro storico di Catania. Ieri pomeriggio, nel salone Russo di via Crociferi, sono stati illustrati i lavori del programma dall’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo, dagli architetti Rosanna Pelleriti, Aurelio Cantone e dalla conservatrice per i beni architettonici Ermelinda Gulisano. Presenti anche i rappresentanti della Cgil etnea che hanno organizzato l’incontro, Giovanni Pistorìo (segretario generale Fillea) e Giacomo Rota (segretario generale Cgil).
«Si tratta di uno studio di dettaglio di 6mila unità edilizie – spiega l’assessore Salvo Di Salvo – del nostro centro storico. A ogni complesso, sia storico che moderno, è stato associato un tipo di intervento. Parliamo di un’estensione di territorio pari a 241 ettari».
Al centro dell’iniziativa c’è anche il futuro dei tre ospedali del centro storico: Vittorio Emanuele, Santa Marta e Santo Bambino.
Si era già parlato dell’intenzione di creare un campus universitario all’interno del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele. E proprio questo sembra l’obiettivo, considerato che la destinazione d’uso prevalente sarà universitaria con la realizzazione degli alloggi per gli studenti. Un programma per il quale, tuttavia, si dovrà aspettare il completamento dell’ospedale San Marco di Librino. «Non c’è dubbio che prima di realizzare il campus si dovrà delocalizzare tutta la struttura ospedaliera, così come previsto dal Piano sanitario regionale adottato dalla Regione Siciliana», precisa l’assessore al ramo.
Per quanto riguarda il plesso ospedaliero, il progetto prevede anche il restauro e la valorizzazione degli edifici storici in contrapposizione a quelli contemporanei che saranno eliminati, accanto a nuove strutture da creare.
La riqualificazione avverrà con l’inserimento di attrezzature, parcheggi, esercizi pubblici, edilifici residenziali, un parco che collegherà il Monastero dei Benedettini con l’ospedale e recuperando il Bastione del Tindaro.
La cessione al Comune sarà del 40 per cento della superficie (55mila e 500 metri quadrati) per la realizzazione di verde e parcheggi.
Molto di più rispetto al 20 per cento degli ospedali Santa Marta e Santo Bambino per i quali si interverrà con una riduzione dei volumi.
I tempi previsti sono di circa otto mesi.
«Sarà un fatto importante – dice l’assessore Di Salvo – sia dal punto di vista economico, sia da quello edilizio che da quello sociale». «Recuperare un edificio – afferma Aurelio Cantone – comporta maggiore manodopera rispetto a costruirne uno nuovo. Dunque è un’opportunità per i lavoratori».
«Io rappresento le imprese – conclude Ermelinda Gulisano – e ci aspettiamo che i lavoratori in primis accolgano il Piano di riqualificazione del centro storico come un nuovo modo per ripartire nella professione dell’operaio edile».