Centro Le Onde senza risorse, sospese le attività «Aiutate 10mila donne, ma siamo allo stremo»

«Fino a oggi abbiamo resistito perché ci sentiamo responsabili della vita delle donne. Ma siamo arrivate allo stremo ed è impossibile proseguire senza risorse». Da 24 anni a Palermo sono il centro di riferimento per le donne vittime di violenza maschile. Dal ’92 a oggi, infatti, hanno aiutato oltre 10 mila donne ma ora, per colpa di lungaggini burocratiche, l’associazione Le Onde Onlus si vede costretta a sospendere l’attività del centro antiviolenza. Dal 2016, infatti, il centro sostiene interamente i costi necessari per il funzionamento della struttura, mentre nel 2015 è stato finanziato con risorse pubbliche soltanto per il 20 per cento del fabbisogno. Nonostante ciò, lo scorso anno sono state aiutate 480 donne, mentre da gennaio si sono rivolte al centro antiviolenza 211 donne: di queste, 172 hanno usufruito di percorsi di accoglienza, consulenze legali o colloqui psicologici individuali o di gruppo.

A fronte di queste gravi difficoltà, in segno di protesta dal 20 fino al 24 giugno il centro antiviolenza sospenderà le attività, e dal 26 giugno garantirà soltanto l’ascolto telefonico, rinviando ai servizi della rete antiviolenza palermitana. Una scelta sofferta, ma ormai non più rinviabile e che suona paradossale alla luce del fatto che il centro, l’anno scorso, si è aggiudicato un bando di gara indetto dal Comune, per l’attivazione di servizi residenziali per donne vittime di violenza (Azione 23 del Piano di Zona 2010 – 2013). A oggi, tuttavia, le risorse già assegnate non sono disponibili. Una vicenda singolare che ha portato le 16 operatrici del centro a prendere una decisione difficilissima.

«Tutto nasce da lungaggini amministrative non indifferenti – racconta a MeridioNews la presidente dell’associazione Onde Onlus Maria Grazia Patronaggio – il primo bando risale al 2013 ma non se lo aggiudica nessuno. L’anno successivo, invece, per un vizio di forma, veniamo escluse. Ma, a seguito del nostro ricorso al Tar, nell’ottobre 2015 veniamo informate dell’annullamento in autotutela da parte del Comune  della determina di mancata aggiudicazione della gara che ritira l’esclusione». Il Comune, in pratica, riattiva la gara e lo scorso novembre a vincere, stavolta, è proprio l’associazione Le Onde, ma non è possibile stipulare il contratto perché le risorse non possono essere spese: una vera doccia fredda.

«A novembre – prosegue – ci aspettavamo già di poter firmare il contratto ma abbiamo dovuto attendere maggio per coprire che le risorse dovevano essere approvate insieme al bilancio di previsione del Comune. Per tutto il 2015 abbiamo resistito perché l’obiettivo era cominciare a lavorare dopo l’aggiudicazione del bando, ma ormai è trascorso un anno. La nostra non è una protesta – spiega – ma siamo allo stremo. Nella più rosea delle ipotesi, infatti, il bilancio sarà approvato a luglio e, di conseguenza, la stipula del contratto non avverrà prima di settembre».

Sulla vicenda, il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Agnese Ciulla hanno chiarito in una nota che  «l’amministrazione è sempre stata vicina al lavoro del centro, anche sviluppando tante collaborazioni e sinergie e, nell’ambito delle più ampie attività che vedono una collaborazione fra istituzioni, comuni e terzo settore anche nell’ambito della rete istituzionale antiviolenza. Per quanto riguarda il Comune, abbiamo fatto e stiamo facendo ogni passo necessario per poter sbloccare la vicenda nei tempi minimi possibili ma è evidente che è irrimandabile una modifica della normativa perché queste situazioni non si ripetano».

Ma il centro, nel frattempo, rimarrà in parte inattivo, un destino simile a quello toccato in sorte alla struttura a indirizzo segreto. Da maggio 2011 al maggio 2014, infatti, un sistema di accreditamento del Comune ha consentito alla casa rifugio Casa delle Moire – gestito dalle Onde – di ospitare donne vittime di violenza, anche con i propri figli. Ma da allora, a Palermo e provincia, sono venute meno le risorse e non esiste più nulla di simile. «Fino a oggi – aggiunge – le 16 operatrici del centro hanno prestato la loro professionalità gratuitamente per un grande senso di responsabilità, ma il centro antiviolenza non si regge sul volontariato. Siamo consapevoli che siamo l’unico centro antiviolenza a Palermo e provincia – sottolinea – e sentiamo questa responsabilità. Sappiamo che ci sono altri servizi, ma anche che il nostro ruolo è specifico e fino a oggi non abbiamo avuto la forza di non dare il nostro aiuto alle donne». 

Ma ora è arrivato il momento di dire basta e chiedere un segnale concreto alle istituzioni. A fianco dell’associazione, si è schierato anche il Coordinamento Antiviolenza del 21 luglio che per sostenere il centro, ha organizzato per domani una fiaccolata alle 21: il corteo partirà da piazza Verdi e arriverà a Palazzo delle Aquile, sede del Comune.


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