Il candidato della sinistra alla presidenza della Regione presenta la sua campagna di comunicazione e rivela i risultati di un sondaggio effettuato dall'istituto Piepoli, secondo cui Nello Musumeci avrebbe la preferenza del 42 per cento dei siciliani, mentre proprio Fava e il leader del M5s sarebbero appaiati
Cento passi per la Sicilia sarà la lista di Claudio Fava «Secondo l’ultimo sondaggio io e Cancelleri al 25%»
Cento passi per la Sicilia. È questo il nome scelto per la lista a sostegno della candidatura di Claudio Fava, che come claim elettorale ha invece scelto gli ossimori «Scandalosamente coerente», «Scandalosamente libero» e «Scandalosamente onesto».
Lo ha annunciato il vicepresidente della commissiona nazionale antimafia, durante una conferenza stampa in corso a Palermo, convocata proprio per presentare la campagna di comunicazione alla stampa. Fava ha consegnato ai cronisti un sondaggio commissionato dalla sinistra all’istituto Piepoli, che vedrebbe nelle intenzioni di voto dei siciliani il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, in netto vantaggio col 42 per cento, Cancelleri e Fava parimerito con 25 punti percentuali e il rettore dell’Ateneo palermitano, Fabrizio Micari, fanalino di coda all’8 per cento.
«Gli elettori – ha attaccato Fava – non sono mucche da portare al pascolo. I voti utili sono i voti liberi. Noi ci rivolgiamo a donne e uomini di questa terra non rassegnati, ci rivolgiamo a quelli che si considerano ancora capaci di pensare liberamente. Leggo titoli sulle transumanze di voti, con pacchetti di elettori che passano da uno schieramento all’altro. In Sicilia ci sono tanti che vogliono potere decidere senza appartenere a un orticello piuttosto che all’altro». «Abbiamo assistito – ha aggiunto Fava – a scelte politiche fatte sulla pelle e sulla vita dei siciliani si possono fare altrove. Altrove si fanno le alleanze, altrove si decidono le cordate elettorali».
Fava non attacca direttamente i suoi avversari politici, se non genericamente rispetto alle «parole, che sono importanti»: «ci piacerebbe ascoltare alcune parole in questa campagna elettorale. Non sarò io a parlare del peso che le organizzazioni criminali hanno sulla società siciliana, ma il fatto che non se ne parli, come se questa fosse terra liberata, come se fosse una terra in cui la politica è libera di operare e di decidere, è grave».
«Non vogliamo parlare – ammette – delle proposte altrui, abbiamo una nostra idea di Sicilia e di governo per questa terra, che ci viene consegnata in condizioni disastrose. Vogliamo una Regione che non deleghi più il piano rifiuti ai vertici di Confindustria, che ritrovi la sua capacità di programmare, che metta mano a un nuovo piano energetico che ripensi l’attuale, ormai obsoleto, che immagini finalmente un piano industriale. Ecco, ci piacerebbe capire la vocazione industriale della Sicilia, vogliamo che l’industria dei beni culturali sia il vero volano dell’economia siciliana e che non venga invece utilizzata per le mance. Quella contro la disoccupazione giovanile deve essere una battaglia di civiltà istituzionale e politica, i nostri ragazzi si laureano, ma 9 su 10 se ne vanno, segno di una condizione sofferente del mondo del sapere. Abbiamo il tasso più alto d’Europa di Neet: su 200 Regioni europee siamo al penultimo posto, abbiamo istituzionalizzato la rassegnazione».
Insomma, «noi – sottolinea Fava – ci stiamo candidando per, non ci stiamo candidando contro qualcuno. Vogliamo una Sicilia meno vittima e meno vittimista, meno disposta di piangersi addosso. La nostra è una campagna che vuole parlare a tutti e non soltanto al popolo dei partiti. È questo il vero voto utile, il voto utile è il voto libero».