In una settimana il fumettista palermitano Prenzy ha avuto migliaia di condivisioni per una sua illustrazione che ritraeva gli esponenti dell'estrema destra con la testa a forma di pene. «Volevano intimidirmi, bisogna prendere coscienza e non lasciarsi sopraffare». Guarda la gallery
Censurata vignetta di palermitano su fascisti a Como «Era critica politica, non contenuto di tipo sessuale»
«Fumetti, disprezzo e nichilismo» è la descrizione che fa di sè sulla sua pagina Facebook. Ma Francesco Chiappara, in arte Prenzy, è un fumettista palermitano che da una settimana si è ritrovato – suo malgrado – al centro delle polemiche. Dopo i fatti di Como, in cui gruppo di fascisti ha fatto irruzione a un incontro del comitato antirazzista Como senza frontiere, Prenzy ha diffuso un’illustrazione che ritrae i protagonisti dell’episodio sotto forma di falli antropoformizzati. Col sarcastico titolo «Fermiamo l’invasione». La vignetta incriminata è stata pubblicata il 2 dicembre, ma è stata censurata da Facebook dopo una serie di segnalazioni, per poi essere ripristinata sulla pagina dopo centinaia di singole condivisioni di solidarietà sullo stesso social.
A ridosso del 12 dicembre, in cui si ricorda l’attentato di marca fascista di Piazza Fontana a Milano, c’è ancora bisogno di antifascismo militante? «Certamente – risponde Prenzy a Meridionews – leggiamo dai giornali che sono sempre più attivi e presenti ed è terribile che nel 2017 il fascismo sia ancora vivo e vegeto. Bisogna prendere coscienza e non farsi sopraffare, l’indifferenza è il più grave peccato». Una settimana di celebrità, per Prenzy: classe ’89, nome d’arte di Francesco Chiappara, nato e cresciuto a Palermo. Si aspettava la censura e poi il sostegno al disegno marcatamente antifascista? «La censura me l’aspettavo – dice Francesco – visto che l’illustrazione aveva già raggiunto tante condivisioni, mi ha dato fastidio il fatto che questa sia avvenuta senza alcun controllo da parte di Facebook. Non ho violato gli standard del social».
In effetti, la normativa di Fb riguardo la sezione nudità recita che «è permessa anche la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture o altre forme d’arte che ritraggono figure nude. Le restrizioni relative alla visualizzazione di nudità e alle attività sessuali si applicano ai contenuti creati digitalmente a meno che non vengano pubblicati a fini educativi, umoristici o satirici. Sono vietate le immagini esplicite di rapporti sessuali. Anche le descrizioni di atti sessuali che entrano troppo nel dettaglio potrebbero essere rimosse». Insomma: dipingere i fascisti di Como con delle teste a forma di pene era «una critica politica», sostiene ancora Prenzy, che ha esordito in America dopo il diploma al liceo artistico e la Scuola del Fumetto nel capoluogo siciliano. «Nel caso dell’immagine in questione, il contenuto non era di tipo sessuale. Il messaggio era un altro e sembra sia arrivato a tutti in modo semplice e diretto, anche a chi quel messaggio non l’ha gradito e per questo l’ha segnalato».
Non è la prima volta che i disegni di Francesco vanno incontro a rimozioni sulla piattaforma più celebre del web, e il fumettista aveva messo nel conto anche le segnalazioni da parte di fascisti di ogni luogo. Come poi effettivamente avvenuto. Qualcuno di loro ti ha contattato o minacciato in prima persona? «Alcuni mi hanno mandato gli screen per farmi capire che erano loro gli autori della segnalazione – spiega Prenzy – altri hanno commentato con scemenze tipo “ti piace il cazzo”, altri ancora hanno segnalato altri disegni che non c’entravano assolutamente nulla con loro. Volevano chiaramente demoralizzarmi». Da qui la scelta di lanciare l’appello per una condivisione che riuscisse ad aggirare il blocco. Un tentativo andato al di là di ogni più roseo auspicio, con migliaia di condivisioni da tutta Italia.
«Se non avessi avuto questo riscontro magari non avrei continuato» dice il fumettista, che dopo aver fondato il collettivo Pee Show in città attualmente pubblica con Italia con realtà indipendenti come Editoriale Cosmo, Bugs comics, Shockdom. Forte del sostegno, dopo aver fatto arrabbiare i fascisti Prenzy ha continuato a provocarli con altri disegni. E ora, a distanza di una settimana e dopo aver contattato un team ufficiale di Facebook, è riuscito a ripristinare la visibilità delle sue opere. Che, come si può notare proprio dalla pagina Fb, sono spesso dai temi e dai contenuti forti: «Mi piace essere molto diretto e a volte anche volgare – commenta Prenzy – esserlo non significa un messaggio del tutto negativo ma spesso così si evita di girare attorno alle cose. Mi piace poi focalizzarmi sui contrasti e accostare elementi graziosi e carini a temi osceni».