Catanisi Soddi Fausi, in scena la storia di Paolo Ciulla Il falsario che stampava e regalava denaro al popolo

Dopo Gammazita in Love, rivisitazione in chiave comica del 2014 della leggenda catanese, e Mundus Rota Est, commedia allestita tra le mura del Castello Ursino nel 2015, la regista nissena Marzia Ciulla torna in scena, o meglio dietro la scena, con lo spettacolo gratuito Catanisi Soddi Fausi, per raccontare insieme ai ragazzi del suo Laboratorio di Commedia dell’Arte – promosso dall’associazione culturale Gammazita– la storia dell’artista e fotografo di Caltagirone Paolo Ciulla, il falsario che stampava moneta per regalarla al popolo, famoso per aver riprodotto in modo impeccabile la banconota da cinquecento lire. Ma il vero protagonista della commedia – genere prediletto dalla regista 35enne perché ogni dramma viene risolto – è, in fondo, la gente comune, il popolo della Catania di inizio ‘900.

Gli undici ragazzi del laboratorio – molti dei quali si avvicinano per la prima volta al teatro – debutteranno al Cortile Fuochisti (Piazza Maravigna, Castello Ursino) stasera e replicheranno domani. L’inizio degli spettacoli è previsto alle 21.30. «Abbiamo scelto uno spazio pubblico – spiega Ciulla – perché ultimamente il teatro è un po’ troppo chiuso nelle sale. Invece ricordo che da piccola non vedevo l’ora che arrivasse l’estate per assistere alle commedie in piazza». E proprio la Commedia dell’Arte è stata un punto di partenza per lei, che l’ha incontrata per la prima volta nel 2007 a Caltanissetta, suo paese d’origine, durante un laboratorio teatrale. 

Da quel momento le è rimasta nel cuore e ha seguito diversi laboratori per approfondirne lo studio, tra cui uno col maestro Antonio Fava alla Scuola internazionale dell’attore comico di Reggio Emilia e un altro con l’attore di prosa Enrico Bonavera a Catania, dove ha anche frequentato la scuola biennale di Lucia Sardo e Marcello Cappelli e studiato il cunto con Gaspare Balsamo. «Non mi fermo qui – scherza la regista, che ha fatto del teatro la sua passione e spera di poterlo far diventare un lavoro a tutti gli effetti – la commedia dell’arte mi fa sentire a mio agio e mi permette di approfondire alcuni lati della mia persona». Senza dimenticare che si tratta di un prodotto al cento per cento italiano e «dobbiamo esserne fieri perché si studia in tutto il mondo, forse un po’ meno proprio in Italia». Un genere che affronta l’abc dell’attore, dal personaggio alla struttura, dal lavoro di gruppo alla scena lavorando sull’improvvisazione e seguendo un canovaccio suggerito dal regista e costruito con la partecipazione di tutti. «Mette nella condizione di potersi esprimere, ognuno col proprio linguaggio e con le proprie caratteristiche, che si sposano poi con quelle del personaggio che si porta in scena».

La speranza della giovane regista è che ognuno nel suo piccolo dia un contributo per non far morire questo genere teatrale. Così come cerca di non far dimenticare la figura di Paolo Ciulla, che definisce «un personaggio molto affascinante, che nonostante fosse molto seguito specialmente durante il processo, morì solo come tutti i geni». E quando calerà il sipario? «Per quest’estate abbiamo già in programma di rimettere in scena Gammazita in Love – spiega Marzia – poi in questa vita frenetica fare programmi non è facile. Stiamo iniziando a camminare più vicini, stiamo sperimentando, ci vogliamo provare e intanto ci divertiamo». Il cast è composto da Marzia Reina, Paola Cantarella, Stefania Ferrara, Roberto Vitriolo, Giuseppe Cavaleri, Nadia Di Paola,Giorgio Maria Laganà,Francesco Mirabile,Irene Innocente, Salvatore Conticello e Alessandro Adamo


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