«Renderci utili e poi inutili nel più breve tempo possibile». Si possono riassumere usando le parole del direttore Manuele Manente questi primi quarant’anni del Cope–Cooperazione Paesi emergenti. La realtà nata a Catania nel 1983 e che, oramai, conta anche diverse sedi in giro per il mondo: in Europa, Africa e Sud America. Dove, di volta […]
Da Catania alla Tunisia contro il tabù della disabilità. Cope: «I nostri progetti? Pensati per diventare presto inutili»
«Renderci utili e poi inutili nel più breve tempo possibile». Si possono riassumere usando le parole del direttore Manuele Manente questi primi quarant’anni del Cope–Cooperazione Paesi emergenti. La realtà nata a Catania nel 1983 e che, oramai, conta anche diverse sedi in giro per il mondo: in Europa, Africa e Sud America. Dove, di volta in volta, sono stati messi in pratica progetti di cooperazione internazionale, informazione ed educazione allo sviluppo. Come quello che da tre anni viene portato avanti dal Cope in Tunisia e che ha tutto nel titolo: Ricomincio da te. Dove è quel te a diventare, contro ogni principio della grammatica, soggetto. Con i disabili (bambini, ragazzi e adulti) che nello stato del Nord Africa non sono ancora inseriti nella società in modo inclusivo. Non vanno a scuola insieme agli altri e anche per strada non si incontrano poi così spesso. Ma lavorando all’interno dei centri diurni che li accolgono, il Cope – insieme all’associazione Mettiamoci in gioco – ha scommesso su un progetto che li mette al centro, insieme anche a persone non disabili, e poi anche sul palco del teatro comunale di Tunisi per lo spettacolo finale.
«Da sempre, il Cope si è occupato per vocazione di soggetti fragili – spiega a MeridioNews il direttore Manente – Ma non solo». E infatti Ricomincio da te, il progetto di riabilitazione su base comunitaria e teatro di inclusione sociale, parte anche dalla formazione dei familiari e degli educatori (psicologi, logopedisti, esperti di psicomotricità) che lavorano nei centri per disabili. Sordi, ciechi e anche persone con disabilità mentale diventano attori attraverso le attività del laboratorio teatrale che mira all’uguaglianza e all’inclusione attraverso la promozione e il rafforzamento dei loro diritti. Finanziato con i fondi dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, il progetto ha come obiettivo finale quello dell’integrazione politica, economica e sociale che riguarda questa categoria di cittadini tunisini socialmente vulnerabile. Un progetto che si concluderà in estate con un grande spettacolo nel teatro comunale di Tunisi alla presenza anche delle autorità locali.
«In questi primi quarant’anni di attività – racconta Manente – abbiamo sempre pensato alla sostenibilità futura puntando alla formazione dei formatori in loco e al passaggio di conoscenze e competenze». Dalla Tanzania alla Guinea Bissau, dal Perù al Madagascar. Il Cope, che dal 1984 fa anche parte della federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana (Focsiv), porta avanti progetti in diversi ambiti: sanitario, idrico, formativo, di supporto all’imprenditoria femminile, all’istruzione scolastica, ai diritti umani e alla cittadinanza attiva. «Ci siamo occupati di bambini malnutriti e, ancora prima – aggiunge il direttore del Cope – di visite prenatali legate soprattutto all’hiv e alla tubercolosi in zone rurali dove per andare in ospedale anche donne sieropositive e all’ottavo mese di gravidanza sono costrette a percorrere chilometri di strade non asfaltate in sella alle loro biciclette». Fino a quando non sono arrivati i progetti di Cooperazione Paesi emergenti che hanno portato delle cliniche mobili.
Per festeggiare questi traguardi raggiunti nei primi quarant’anni di attività, il Cope ha organizzato due momenti di riflessione e approfondimento per venerdì 27 gennaio nella sala dei Vescovi dell’arcivescovado di Catania (in via Vittorio Emanuele II, 159). La mattina sarà tutta dedicata a ripercorrere quanto fatto finora dall’ong catanese, con la partecipazione del presidente Cope Michele Giongrandi, con uno sguardo anche al futuro. «In cantiere – anticipa il direttore a MeridioNews – abbiamo delle collaborazioni già avviate per portare avanti dei progetti in territori delicati: l’Iraq, il Sud Sudan e la Repubblica democratica del Congo dove – ricorda Manenti – nel febbraio del 2021 è stato ucciso il giovane ambasciatore italiano Luca Attanasio». Nel corso della conferenza è previsto anche il collegamento dei professionisti e dei volontari del Cope in giro per il mondo. Nel pomeriggio, invece, una tavola rotonda dal titolo Diritto del mare e organizzazioni della società civile. A prendervi parte saranno l’arcivescovo di Catania Luigi Renna, la prorettrice dell’Università di Catania Francesca Longo, il vicepresidente di Emergency Alessandro Bertani, la presidente Focsiv Ivana Borsotto, il presidente del centro Astalli Riccardo Campochiaro e la portavoce dell’associazione ong italiane (Aoi) Silvia Stilli.