Catania-Trapani 2-2, ecco chi sale e chi scende Lodi luce dei rossazzurri, Marchese e Bucolo out

Finisce 2-2 il match d’andata del derby col Trapani: un risultato che costringerà il Catania a vincere al Provinciale per proseguire nel sogno chiamato Serie B. Per come si era messa la gara, però, è un risultato quasi miracoloso per i rossazzurri, sotto per 2-0 fino a diciotto minuti dalla fine. La rimonta degli etnei è interamente targata Francesco Lodi: il suo carisma e i suoi piedi buoni sono stati decisivi per tenere in vita la squadra di Sottil.

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Francesco Lodi: Il numero 10 rossazzurro si rende protagonista della miglior partita stagionale, trascinando da solo il Catania a una rimonta che sembrava insperata. In panchina per la terza gara di fila, il trequartista è entrato al 46′ sostituendo uno spento Bucolo e mette in mostra il meglio del suo repertorio. Al 27′ vede il portiere avversario fuori dai pali e lo uccella con una fantastica palombella da centrocampo. Quindi, a quattro minuti dalla fine, il vice capitano si incarica dell’onere di battere il rigore del 2-2 finale, non fallendo. Questo Lodi può essere l’uomo in più dello sprint finale.

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Kalifa Manneh: Entrato a metà secondo tempo per un Marotta piuttosto beccato dal pubblico all’uscita, dimostra subito le sue grandi qualità di scattista, dando profondità alla squadra e mettendo in crisi i suoi dirimpettai difensivi. Nell’azione che porta al rigore il suo ruolo e fondamentale: prima suggerisce a Brodic da sinistra, poi riceve dal compagno in area, dove viene falciato da un difensore avversario. La sua verve tornerà utile anche nella partita di ritorno. 

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Cristian Llama: Prova meno eclatante rispetto ai primi due, ma anche il 16 argentino mette il suo marchio nella rimonta del Catania. Lo fa grazie a tre elementi: lucidità, esperienza e piedi buoni. L’ex Fiorentina rileva uno spento Rizzo nello scacchiere di Sottil ed è bravo a far girare la palla, operare cambi di gioco e proiettarsi in avanti nei minuti finali. La sua autonomia non gli consente di giocar bene per tutti i 90′, ma la sua classe può sempre essere utile a partita in corso. 

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Giovanni Marchese: Altra prova in apnea per il terzino nisseno, sempre più in debito d’ossigeno in questi playoff. Marchese soffre maledettamente la mobilità di Ferretti, andando in crisi in maniera ripetuta nel corso del primo tempo. Non ha la forza per accompagnare con lucidità la manovra offensiva, né tantomeno per andare a chiudere in modo tempestivo sui calciatori avversari che, dalle sue parti, trovano terreno fertile. Il cambio al 45′, purtroppo, è meritato: l’ex Genoa sta finendo il campionato a carponi. 

Flop

Rosario Bucolo: L’ottimo giro palla del Trapani manda completamente nel pallone il generoso ma impreciso mediano catanese. Il centrocampo avversario non gli dà punti di riferimento, col numero 21 etneo che corre a vuoto, ringhiando in maniera inutile sugli avversari. In fase di ripartenza, poi, una tecnica non eccelsa non aiuta i compagni a far velocemente ripartire l’azione. Non è un caso che Sottil lo abbia bocciato dopo soli 45′ di gioco: la lucidità di Lodi ha fatto la differenza. 

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Alessandro Marotta: Anche in questa occasione vale un discorso fatto spesso per il 9 etneo nel corso dell’annata. Marotta è generoso, si sfianca e corre come un matto su tutta la trequarti avversaria, ma non riesce mai ad incidere. La sua unica conclusione è quella, masticata, che dopo 35 secondi sfila a lato della porta difesa da Dini. Quindi tanti scontri aerei a vuoto, molte proteste con l’arbitro e troppe palle perse che, poi, hanno finito per innescare le letali ripartenze trapanesi. E’ uscito sotto i fischi di un Massimino che, come si sa, non perdona nulla ai propri eroi. Prova insufficiente per lui. 


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