Catania sul quotidiano francese Le Parisien «Una città dall’insicurezza galoppante»

Catania ha «una reputazione di città dall’insicurezza galoppante». Così il quotidiano francese Le Parisien in una pagina dedicata al capoluogo etneo all’interno del numero di Ferragosto. Tra le righe del lungo articolo non c’è spazio per le bellezze barocche della città, le mostre e i concerti. Ad attirare l’attenzione di uno dei maggiori giornali europei sono piuttosto la criminalità e il senso di insicurezza vissuto da cittadini e turisti. L’articolo parte dall’opuscolo della polizia – distribuito in aeroporto presso i banchi delle agenzie di noleggio auto – per avvertire i visitatori di evitare alcune strade e si conclude con il racconto di alcuni turisti alle prese con scippi e fermi. Tutti fatti non nuovi, ma che in queste ore stanno suscitando indignazione tra gli utenti online. Con il merito di fare «riemergere una questione sicurezza e l’esigenza di attivare sistemi di controllo del territorio esistenti ma inattivi», commenta Domenico Ferraguto, a nome del centro commerciale naturale via Etnea.

«È circondata da un’aurea solforosa, e non solo a causa dell’Etna al fianco al quale si aggrappa», si legge nell’articolo parigino. Che racconta delle testimonianze online e di questo «incredibile fascicolo distribuito dai noleggiatori di auto e le forze dell’ordine locali». «Vi si scoprono non meno di cinque strade, all’interno di un solo quartiere vicino al centro città, dove le autorità consigliano ai visitatori di non avventurarsi – scrive il giornalista – “C’è il rischio reale di farsi tagliare la cinghia della borsa con un taglierino”, sottolinea un ufficiale. Nella sala d’attesa del commissariato centrale un piccolo gruppo di vittime, mischiati turisti e locali, gli danno ragione. “Non ho potuto fare niente”, si rammarica una nonna. “Il ragazzo ha tagliato, tirato ed è scappato sullo scooter”».

Il cronista paragona la situazione all’emergenza terrorismo a Parigi. «All’indomani degli attentati contro Charlie Hebdo la catena americana Fox era stata derisa facendo la lista di quelle che erano le sedicenti “no gone zones”, le zone senza legge a Parigi. Ma a Catania questa volta sono le stesse forze dell’ordine che stilano l’inventario». Come ha potuto sperimentare una famiglia tedesca che a metà giugno è in viaggio in auto, dall’aeroporto al centro. «“Abbiamo seguito il nostro gps. Verso il centro città, uno scooter ci ha costretto a fermarci. I ladri hanno aperto le portiere e arraffato le nostre borse, poi hanno preso la valigia. Un classico, ci ha detto la polizia, che ci ha presentato delle foto vecchie di 15 anni per cercare i identificare i nostri aggressori…”», si cita nell’articolo. 

Immancabile infine il riferimento alla criminalità organizzata. «“Né la polizia né la mafia sono in grado di mettere ordine in tutto questo”, deplora un conoscitore della Sicilia – continua il giornalista di Le Parisien –. Spesso le indagini quando sono condotte non portano a nulla. E quando un testimone si è accorto di qualcosa, l’omertà resta la regola. “Non si possono biasimare i siciliani”, corregge questo turista francese spogliato dei suoi bagagli. “Loro stessi sono le prime vittime di questa delinquenza”». Ed è proprio da un catanese che arriva l’invito a fare qualcosa: «Catania è interessata da un flusso turistico straordinario dovuto a motivi diversi e contingenze favorevoli – conclude Ferraguto – Sta a noi fare in modo che quest’opportunità sia stabile motivo di crescita o, in alternativa, l’ennesima occasione persa».

Ecco la traduzione integrale di una delle esperienze raccontate nell’articolo di Le Parisiene
Si apprestava a fine luglio a scalare l’Etna, dopo una settimana alla scoperta della Sicilia. La fine del suo soggiorno ha offuscato l’entusiasmo di Magali. «Avevamo posati i bagagli, tre zaini e una valigia, nel bagagliaio della macchina noleggiata e siamo andati a fare colazione un po’ più lontano», racconta questa globetrotter provetta. Sono le 11, l’auto è parcheggiata in una viuzza di passaggio. «Quindici minuti più tardi, al nostro ritorno, tutto era sparito», soffia Magali. «La polizia ci ha detto che la portiera del conducente era stata forzata. Non si vedevano nemmeno i segni d’effrazione!». «A Catania non bisogna mai lasciare i bagagli, nemmeno per due minuti, senza sorveglianza», le hanno ricordato i poliziotti. «Ho ripreso l’aereo con un semplice spazzolino da denti. È il genere di evento che vi riporta ai valori essenziali», scherza la giovane donna, con un pizzico d’amarezza.


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