Catania-Paganese 2-1, ecco chi sale e chi scende Calapai moto perpetuo, Biagianti e Lodi salvatori

Il Catania batte la Paganese 2-1 e rafforza il suo score interno fatto di 11 vittorie e un solo ko. Contro i campani di mister De Sanzo, ultimi della classe, i rossazzurri mettono in campo una prestazione mediocre e a tratti confusionaria, in una partita risolta soltanto dai colpi dei due totem della squadra. Biagianti e Lodi armano il loro mancino, ribaltando il vantaggio siglato da Capece e dando agli etnei il provvisorio terzo posto in graduatoria. Scena muta invece dagli attaccanti: Curiale e Marotta continuano a deludere. 

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Luca Calapai: Il numero 26 rossazzurro è un incontenibile treno sulla fascia destra: i suoi suggerimenti non si tramutano in gol soltanto per la scarsa verve del trio d’attacco rossazzurro, incapace di far male a Santopadre. Mette costantemente alla frusta il giovane Perri, dirimpettaio di fascia: nel secondo tempo la sua azione si intensifica, ma Manneh in un paio di occasione non capitalizza le sue sgroppate, mostrando indecisione. Si fa male nel finale di gara: sospetto stiramento, il popolo rossazzurro incrocia le dita e spera che non sia nulla di grave.

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Marco Biagianti: Il Capitano del Catania non si smentisce mai, mettendo in campo la solita prestazione fatta di sostanza, generosità e qualità. Quest’ultima emerge al 7′, quando raccoglie una palla al limite dell’area e scocca una bordata di sinistro imparabile per Santopadre. La vecchia guardia, rappresentata al meglio dal gladiatore rossazzurro, è ancora una volta determinante per salvare la squadra dal naufragio.

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Francesco Lodi: Fino al momento del gol la sua prestazione era da sufficienza stentata. Il numero 10 del Catania, troppo spesso, sembra trotterellare in mezzo al campo a velocità quasi dopolavoristiche. Quando la lampadina si accende, però, sono dolori per gli avversari. Al 12′ della ripresa, su suggerimento di Manneh, il fantasista etneo prende la mira e fulmina Santopadre con un gran colpo mancino a giro. E’ la rete della tranquillità, per una squadra che si aggrappa ai suoi senatori per rimanere a galla. 

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Alessandro Marotta: Il funambolico numero 9 del Catania non lesina mai impegno e generosità, ma per lasciare il segno non basta. Non è mai lucido nella transizioni offensive, incaponendosi in inutili dribbling o servendo i compagni in maniera imprecisa. Non arriva fra l’altro mai alla conclusione. L’impressione è che la troppa foga gli levi la giusta lucidità per fare la differenza. 

Flop

Davis Curiale: Altra prova scialba per la punta rossazzurra che chiama Santopadre al grande intervento solo in una occasione nel corso della ripresa. Poi, tanti duelli aerei persi con i difensori centrali e molti falli di frustrazione. Il nervosismo è evidente, la lucidità inevitabilmente ne risente. Il bomber che lo scorso anno ha vinto il titolo di cannoniere del Girone C è scomparso: urge ritrovarlo, per uno sprint finale all’altezza. 

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Joel Baraye: Il terzino sinistro rossazzurro si rende protagonista di una partita non sufficiente. Un giocatore come lui, più bravo a far male che a difendere, avrebbe potuto sfruttare la sfida contro avversari non trascendentali per mettere a ferro e fuoco la sua fascia di competenza. Operazione riuscita solo in un paio di occasioni nel primo tempo: i suoi cross però non sono precisi, tranne in una occasione. Non riesce mai a fare la differenza, cosa che invece riesce benissimo, dalla parte opposta del campo, a Luca Calapai.


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