Il primo trimestre dell'anno segna l'ennesimo saldo negativo tra natalità e mortalità delle imprese etnee: per 1872 nuove aziende create, sono 2395 quelle ad aver chiuso le saracinesche. Il dato proveniente da Unioncamere è stato diffuso dalla Confesercenti etnea insieme a quelli elaborati dall'Istat sull'indice di fiducia delle aziende in Italia. «Ad aprile c'è stato un balzo positivo, ma bisogna ridurre la pressione fiscale», afferma il direttore dell'associazione di commercianti etnea Salvo Politino
Catania, nel 2014 già 523 aziende in meno Confesercenti: «Un dato peggiore del 2013»
Sono 1872 le nuove aziende registrate alla Camera di commercio di Catania nei primi tre mesi del 2014. Ma nel contempo, da gennaio a marzo, le imprese che hanno chiuso sono 2395, con un saldo negativo di 523. I dati sulla natalità e la mortalità delle imprese elaborati da Unioncamere, e diffusi dall’associazione Confesercenti etnea, rappresentano un peggioramento rispetto al risultato dello scorso anno, quando il saldo tra aziende nate e chiuse era negativo per 501 unità. Il dato percentuale è leggermente migliore, con il totale delle aziende iscritte a quota 100mila e 303 unità, contro le 99mila e 914 dello stesso periodo del 2013.
Il report si concentra anche sui dati per settore. Nell’area commercio, su un totale di 31mila e 425 imprese attive, quelle iscritte entro marzo sono state 274, contro 690 imprese cessate. Un saldo negativo, di 416 imprese, anche per il settore dellartigianato che, su un totale di 17mila e 544 imprese attive registra 234 nuove imprese iscritte contro le 620 imprese cessate. L’industria, su 6mila e 538 imprese, registra 47 nuove imprese, 4 in più rispetto al 2013, ma 152 imprese cessate con un saldo negativo di 105 imprese. Dati negativi anche per l’agricoltura – 14mila 507 imprese attive registra 128 iscrizioni e 300 cessazioni, turismo – meno 73 imprese su 4mila 102 attive -, ed edilizia che con 9mila 978 imprese iscritte totali, ha subito 315 cessazioni al fronte di sole 76 nuove imprese attive.
Dati negativi anche per quanto riguarda i consumi: secondo i rilievi dall’Istituto nazionale di statistica Istat, il primo trimestre 2014 ha portato in Italia il ventitreesimo calo consecutivo dei consumi. «Sono 17 mila piccole imprese chiuse, ma la crisi del mercato interno da piccoli segnali di attenuazione», commenta i dati il direttore di Confesercenti Salvo Politino. Sempre secondo i dati Istat, «gli indicatori di fiducia dellistituto di statistica continua Politino hanno registrato ad aprile un balzo positivo: riemerge dunque una fiducia che non va delusa, e per tale motivo Confesercenti chiede che si intervenga per ridurre la pressione fiscale». Riduzione che andrebbe attuata con «l’inclusione di lavoratori autonomi e pensionati negli sgravi Irpef», conclude il presidente di Confesercenti Catania.