Marciare per non marcire, direbbe qualche nostalgico. Già, ma a Catania si tratta di non rimanere sotterrati dal tempo che passa e di fare sentire la propria voce. Due gli inviti a scendere in strada alla vigilia dell’Epifania. Motivazioni assai diverse ma ugualmente importanti: la memoria e la Pace. Quest’ultima invocata anche in un’Europa che, da quasi un anno, vive un conflitto bellico che sta distruggendo l’Ucraina e il suo popolo, riportato in auge lo scontro “Est vs Occidente” e messo in difficoltà l’economia. Ma per la data del 5 gennaio c’è anche l’appuntamento con il ricordo di chi ha lotta contro la mafia.
In occasione del trentanovesimo anniversario dell’uccisione per mano mafiosa del giornalista Pippo Fava, domani mattina alle ore 10 all’interno del Giardino Scidà, un bene confiscato alla mafia, durante l’assemblea annuale dei Siciliani giovani verrà consegnato un premio a Salvatore Resca. Alle ore 16, invece, da piazza Roma partirà il corteo che arriverà in via Fava, luogo dove fu ucciso il fondatore dei Siciliani. In conclusione alle 18.30, al centro Zo, il premio Fava organizzato dalla fondazione.
Sempre nel pomeriggio, l’Arcidiocesi di Catania ha organizzato la marcia della Pace dal titolo “Insieme su sentieri di pace”. L’evento prenderà il via da piazza Stesicoro alle ore 18. Su indicazione dell’arcivescovo, mons. Luigi Renna che sarà presente tra la gente, l’organizzazione è stata affidata ad alcuni uffici pastorali, sottolineando così l’impronta diocesana della manifestazione, che intende esprimere, attraverso il messaggio annuale del Papa, l’impegno della Chiesa cattolica e di tanti altri cristiani e anche di altre confessioni religiose a diffondere il tema della pace come valore fondamentale della vita. Ad essere coinvolti anche la Caritas, la Consulta delle Aggregazioni Laicali e l’Imam. Il percorso dell’iniziativa si snoderà lungo via Etnea fino a piazza Duomo. Da una postazione nella Chiesa dei Minoriti, alcuni lettori leggeranno le riflessioni e inviteranno alla preghiera. Giunti davanti alla cattedrale, saranno ascoltate due testimonianze che riguarderanno la fuga dalla guerra in Ucraina e la solidarietà per il lavoro durante il periodo del lockdown. Seguirà la liturgia della Parola all’interno della Basilica.
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